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Laura Pausini non intona Bella Ciao, è polemica

Laura Pausini non intona Bella Ciao, è polemica

"Non voglio che nessuno mi usi per propaganda politica"

ROMA, 13 settembre 2022, 17:57

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Laura Pausini al centro delle polemiche per il suo no a intonare, durante un'ospitata a El Hormiguero, un popolare quiz della tv spagnola, Bella Ciao, l'inno della Resistenza partigiana e della lotta al fascismo molto conosciuto anche in Spagna grazie alla serie La Casa di Carta.


    "E' una canzone molto politica e io non voglio cantare canzoni politiche", ha obiettato la cantante che per questo è stata sommersa dalle critiche sui social, tra un "ti dovresti vergognare" e ""Bella ciao "per sempre!!!" "Se considera Bella Ciao come una canzone politica, intesa come di parte, essendo esclusivamente antifascista e antinazista ma di tutte le parti politiche che presero parte alla Resistenza dai comunisti ai cattolici ai liberali, le consiglio un ripasso delle basi della Costituzione italiana", scrive un fan su Facebook. Un altro continua: "Mi ha fatto vergognare, con il suo rifiuto a cantare Bella Ciao. Vuol dire non conoscere le radici della sua terra. La canzone ha una storia e una prima versione che era il canto delle mondine, sfruttate e maltrattate. Bella Ciao è il canto che da la voce agli oppressi. Ha perso una buona occasione peccato".
    Qualcuno invece è pronto a difenderla: "finalmente un'artista con un po' di carattere".

La cantante, dopo le polemiche, ha poi replicato in risposta a un post del profilo twitter del sito spagnolo 20minutos: "Non canto canzoni politiche, né di destra né di sinistra. Canto quello che penso della vita da 30 anni. Che il fascismo sia una vergogna assoluta sembra ovvio a tutti. Non voglio che nessuno mi usi per propaganda politica. Non inventassero ciò che non sono". 

 

Critico anche Pif nei confronti della cantante

Pensare di non cantare "Bella Ciao", per non voler prendere posizione, è una gran minchiata.

 Tweet ritwittato anche dal segretario del Pd, Enrico Letta

 

 

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