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Antonello Venditti e Francesco De Gregori, all'Olimpico la storia sono loro

Antonello Venditti e Francesco De Gregori, all'Olimpico la storia sono loro

Due ore e mezzo di concerto per il debutto del primo tour insieme

ROMA, 18 giugno 2022, 19:18

di Claudia Fascia

ANSACheck

Antonello Venditti and Francesco De Gregori a Roma - RIPRODUZIONE RISERVATA

Antonello Venditti and Francesco De Gregori a Roma - RIPRODUZIONE RISERVATA
Antonello Venditti and Francesco De Gregori a Roma - RIPRODUZIONE RISERVATA

La sostanza. Che è musica. Musica e 50 anni di canzoni tra le quali pescare. E allora non c'è spazio per gli orpelli, per il di più. Anche gli schermi non sono poi così tanto maxi, perché Antonello Venditti e Francesco De Gregori per il debutto del loro primo tour insieme, al via ieri sera inevitabilmente dallo stadio Olimpico della loro Roma, sono andati al sodo. All'essenza del loro rapporto: amicizia, sette note e un repertorio quasi inesauribile di successi che reclamano il loro spazio. Da tempo hanno messo via incomprensioni e attriti per tornare quei ragazzi che all'inizio degli anni Settanta muovevano i primi passi al Folk Studio. C'è solo tempo per un saluto veloce ai 44mila che aspettavano da due anni l'appuntamento con i due cantautori. "E' passato un po' di tempo, ma ce l'abbiamo fatta. Ed è bellissimo: ce la godiamo tutta", si rivolge così Venditti al pubblico e sarà l'unico momento. Poi e' un coro unico dall'inizio alla fine, perché non c'è il pubblico di Venditti o quello di De Gregori, c'è solo voglia di cantare a squarciagola. Dopo l'apertura con "Also sprach Zarathustra" di Strauss (che Kubrick utilizzò per Odissea nello Spazio), si inizia con quello che è un po' il manifesto del progetto: 'Partirono in due ed erano abbastanza', l'incipit di Bomba o non Bomba. E poi i successi di entrambi, da La leva calcistica della classe '68 a Bufalo Bill, passando per Peppino, Sotto il Segno dei Pesci, Generale. Il Principe e Cicalone incrociano le loro voci, sono al servizio uno dell'altro, si scambiano favori, consapevoli che un capitolo di storia della musica italiana stasera è passato per l'Olimpico (che con loro riapre le porte alla musica dopo la pandemia).

Venditti-De Gregori, all'Olimpico la storia sono loro

Dopo Dolce Signora che bruci, dall'unico album registrato insieme nel 1972 Theorius Campus, c'è spazio anche per cantare da soli per una manciata di pezzi: Alice, Sangue su Sangue, Santa Lucia, Rimmel e Titanic per De Gregori che si cimenta con la chitarra; Ci vorrebbe un amico, Sara, Notte prima degli esami, Giulio Cesare, Alta Marea per Venditti (che spesso si siede al piano). Insieme rendono omaggio all'amico Lucio Dalla (con cui De Gregori condivise l'esperienza di Banana Republic nel 1979) con Canzone. Dopo più di due ore e mezzo, dopo la commozione di Venditti mentre intona Sempre e per Sempre, dopo Roma Capoccia, arrivano i bis, tra Ricordati di me e Viva l'Italia si chiude con Buonanotte Fiorellino e Grazie Roma, con lo stadio tutto in piedi.

I primi passi al Folk Studio di Roma all'inizio degli anni Settanta, un disco insieme nel 1972, poi i dissapori, gli attriti, le scuse in musica, gli allontanamenti e di nuovo la vicinanza, le carriere parallele tornate solo da poco ad essere convergenti. Nemiciamici Antonello Venditti e Francesco De Gregori. Anzi, di più. "Dopo essersi interrotto, oggi il nostro rapporto si è compiuto. E ci possiamo mandare a quel paese da amici e non per interposta persona. Siamo fratelli, e la fratellanza non può interrompersi mai", dicono complici nel giorno in cui parte la loro prima tournee insieme in 50 anni di carriera. 

"Per la scaletta abbiamo abbiamo seguito una sceneggiatura - raccontano -, quella della nostra vita. 'Partirono in due ed erano abbastanza', cantiamo in Bomba o non Bomba e siamo noi. L'obiettivo è fare festa: il nostro repertorio è il carburante, abbiamo portato le salsicce buone per fare barbecue". Il concerto, spiegano i due artisti con una complicità non comune, "è una unica grande canzone. E' il concerto di uno, anche se siamo in due". A dividerli solo la visione di ciò che oggi rappresentano - loro cantautori di un altro mondo - nel panorama di una musica sempre più liquida e dominata da rap e trap. "Siamo dei sopravvissuti, ma auguro alle nuove generazioni di sopravvivere tra 50 anni come noi", è la posizione del Principe. "Ma quale sopravvissuto - replica piccato Antonello -: siamo un fiume in piena, mi sento creativo, con tanta voglia di fare anche più di prima". Il concerto, dicono convinti, "è unico. Senza riferimenti ad altri show, diverso da quelli cui siamo abituati dove tutto è già visto. Avessimo potuto non avremmo messo neanche i maxischermi. La quantità si vede, ma la qualità si sente".

Il progetto prima di un concerto a Roma, poi di un tour a seguire, ha iniziato a prendere forma 4 anni fa, poi il rallentamento dovuto al covid. "Ma i tempi sono giusti oggi. E lo dimostra anche l'interesse di chi sta comprando i biglietti ora. Quello che stiamo facendo è una cosa abnorme. E dissacrante, ma non siamo qui per dimostrare nulla se non per cantare per noi stessi e per il pubblico - spiega Venditti che racconta di sentirsi molto diverso dal Venditti del Circo Massimo dai 500mila spettatori a sera -. A nessuno dopo 50 anni è mai capitato di compiere quello che non aveva compiuto prima. Una cosa ben strana". "Strana, ma vera", sottolinea sornione De Gregori con quel tipico aplomb che negli anni gli ha consegnato il soprannome di Principe. E' lui a smussare le intemperanze dell'amico, più verace e viscerale. In questi mesi di lavoro a stretto contatto si sono riscoperti. A livello personale, ma anche musicale.

"Le canzoni dell'uno fanno parte della vita dell'altro. Come i successi. E' inevitabile". Dal concerto hanno deciso di lasciar fuori la guerra. "Non posso ignorare che ci sono persone ce stanno morendo. La guerra è un fatto brutale, ma non ci deve essere per forza una canzone a parlarne, come non c'è bisogno di sventolare bandiere. E' demagogia. Anche per questo abbiamo deciso di evitare qualsiasi immagine. Per esempio, Falcone e Borsellino non ci sono, ma ci sono. Non si può sempre fare attualità", spiega Venditti che poi, facendo riferimento alla serie su discovery+ "Venditti & De Gregori - Falegnami & Filosofi" si dice più "filosofo": "oggi sono in grado di godermi ogni momento della mia vita. Non ho rimpianto, né rimorso. Sto qui e me la godo". Dopo Roma, il tour attraverserà l'Italia tutta l'estate (con una nuova data annunciata a Verona per il 5 ottobre).

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