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Dardust, io testimonial tra pop ed elettronica

Eurovision

Dardust, io testimonial tra pop ed elettronica

Ospite prima serata. Il 6/5 esce singolo Horizon in your eyes

ROMA, 06 maggio 2022, 12:22

di Claudia Fascia

ANSACheck

Dardust, io all 'Eurovision tra pop ed elettronica - RIPRODUZIONE RISERVATA

Dardust, io all 	'Eurovision tra pop ed elettronica - RIPRODUZIONE RISERVATA
Dardust, io all 'Eurovision tra pop ed elettronica - RIPRODUZIONE RISERVATA

Sarà affidato a Dardust l'onore di far scatenare il pubblico del Pala Olimpico di Torino per l'Eurovision Song Contest. Sarà lui, produttore tra i più richiesti, ospite della prima semifinale del 10 maggio. Un riconoscimento dovuto per un artista la cui musica ha accompagnato eventi internazionali come il Superbowl, l'NBA All Star Game, i Giochi Olimpici. All'attivo, come autore e produttore, vanta 60 dischi di Platino. "E' un grandissimo onore, soprattutto perché sono lì per rappresentare il rinnovamento, il testimonial di un certo tipo di musica che mescola il pop all'elettronica". Cinque minuti per una cavalcata di pezzi dance che partiti dall'Italia sono diventati iconici in tutto il mondo. Una "Dance of beauty" da Giorgio Moroder fino ai nostri giorni. L'esibizione si aprirà con "Horizon in your eyes", il nuovo singolo del musicista presentato in anteprima mondiale. Con Dardust ci saranno il dj-producer Benny Benassi (che si esibisce con lui sulle note di "Satisfaction") e Sophie and the Giants per la loro hit "Golden Nights" nella versione remix di Astrality. Nel mezzo, un omaggio a Giorgio Moroder, ai Goblin, Robert Miles, Gigi d'Agostino ed Eiffel65, con la partecipazione della direttrice d'orchestra Sylvia Catasta. "Saranno cinque minuti spettacolari, con il palco che verrà usato al massimo del suo potenziale, un mostro da domare. Ho scelto brani con temi pazzeschi, che io comunque ho amato e apprezzato", racconta, spiegando che sono mesi che lavora al progetto "per ridurre al massimo il margine di errore. E sono chiuso in casa per non rischiare di ammalarmi proprio ora". Dice di non aspettarsi nulla, ma certo l'occasione con una platea così vasta come quella dell'Eurovision è ghiotta. "Ho già un tour in programma al via a marzo 2023, in Italia e poi con date in Europa, vediamo se aumenteranno. L'ESC sarà un buon biglietto da visita". Intanto Dardust (Dario Faini) si concentra, oltre che sull'esibizione di martedì prossimo e sul tour che verrà ("ho preferito dedicarmi a due grossi appuntamenti questa estate: il concerto a favore dell'Ail ad Ascoli il 9 giugno e la Notte della Taranta il 27 agosto"), anche su un disco in arrivo a ottobre, di cui Horizon in your Eyes è uno dei tasselli. "Sarà un album doppio, in due atti. Una prima parte di piano solo senza elettronica e una seconda parte di sola elettronica. Per una volta ho separato le due cose, ho alzato l'asticella, per sentirmi libero e andare all'ossatura dell'uno e dell'altra". Negli ultimi dieci anni ha firmato decine di pezzi di tanti artisti diversi ("ma lo faccio solo se mi scatta qualcosa, senza forzature. Altrimenti lascio perdere"), molti dei quali sono stati in gara a Sanremo (come Mahmood che vinse nel 2019 con Soldi e con il quale ha instaurato una proficua collaborazione). "Sono più di 10 ani che al festival ci vado in un modo e l'altro: da autore, produttore, ospite, anche direttore d'orchestra. Prima o poi mi piacerebbe anche essere in gara. Mai dire mai". E allora, dato che lo conosce così bene, quali differenze ha trovato con l'Eurovision? "C'è un'attenzione, una spettacolarizzazione della performance che a Sanremo non c'è, anche se negli ultimi anni la qualità è molto aumentata - dice Dardust, ricordando come proprio Soldi abbia creato un cortocircuito, una sorta di crash che ha cambiato le regole del gioco -. E' un po' come andare ai mondiali, rispetto al campionato nazionale. E poi all'Eurovision c'è anche una certa dose di geopolitica, è una competizione che rispecchia la situazione attuale". Il riferimento, ovviamente è all'esclusione della Russia e alla possibilità - non remota - che l'Ucraina vinca. "Si parla di arte, di canzoni e di certo una vittoria non è condizionante sul lato politico, ma su quello morale sì. Il condizionamento emotivo ci sarà e l'Ucraina potrebbe potenzialmente vincere: sarebbe un bel riconoscimento".

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