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Chiara Civello, la musica disarma perché dà emozione

Chiara Civello, la musica disarma perché dà emozione

La cantante l'8 marzo al Parco della Musica con 'Chansons'

ROMA, 06 marzo 2022, 19:19

Luciano Fioramonti

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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''Se ha la possibilità di avere un pubblico, la musica ha un grande potere perché disarma. Due nemici possono emozionarsi con la stessa canzone. Un brano può essere una hit in Russia, in Ucraina o in Australia. Senza utilizzare un concerto per fare comizi, la musica può. Ogni artista che abbia davanti venti, duemila o duecentomila persone può far passare un messaggio di pace possibile''. Per Chiara Civello, cantante e polistrumentista apprezzata in Italia e all'estero che l'8 marzo sarà a Roma sul palco dell'Auditorium progettato da Renzo Piano, chi fa musica può giocare un ruolo importante in questi tempi terribili di guerra. ''Chi si esibisce - spiega in una intervista all'ANSA - ha anche una responsabilità morale, aiutare a far passare un messaggio di aggregazione contro le divisioni, i separatismi e i nazionalismi. La possibilità di essere unificati in un grande cuore per un pianeta che funziona l' abbiamo a portata di mano, basta riuscire a sensibilizzare le persone La musica ha una carta in più perché è emozione, è vibrazione. Le parole si fermano e la musica continua a fare il suo lavoro''. Nella tappa romana del suo tour, l' artista proporrà le canzoni più significative del suo repertorio - tra le quali anche 'Perdiamoci' composta con lo scrittore Premio Strega 2021 Emanuele Trevi (''la sua prima volta, costretto da me'') per la serie tv Imma Tataranni - e, soprattutto, i classici della canzone francese del periodo 1945-1975 riuniti nell' ultimo album '''Chansons: Chiara Civello Sings International French Standards''. ''E' un progetto che mi è stato proposto dal produttore Marc Collin, del gruppo Novelle Vague - spiega - che ha un gusto particolare nel trovare nuove chiavi di lettura del patrimonio musicale che fa parte del nostro Dna. La scelta dei brani di quel trentennio d' oro francese sarebbe stata difficile senza un fil rouge e abbiamo cominciato a documentarci''. A offrire la chiave è stata la scoperta che My Way era stata scritta nel 1967 con il titolo 'Comme d' habitude' da Claude Francois con Jacques Revaux e Gilles Thibaut, tradotta da Paul Anka e proposta a Frank Sinatra che l' ha resa una pietra miliare della musica mondiale, o che Feelings il successo di Morris Albert del 1975 discende fu da 'Pour toi' scritta nel 1956 da Loulou Gasté al quale solo una lunga battaglia legale ha dato ragione. Sono state quindi selezionate canzoni francesi diventate successi mondiali per le riprese e le traduzioni che hanno conquistato le classifiche in altri paesi, come Ne me quitte pas; Un uomo, una donna; La vie en rose. ''Mi sono divertita a cantare in italiano o nella lingua originale queste piccole testimonianze di come culture diverse dialogassero attraverso le canzoni, nel modo in cui mi sento più vera. Abbiamo voluto cambiare un po' gli equilibri, quando fai scelte ardite bisogna assumersi qualche rischio''. Per la cantante romana il concerto nella capitale assume un significato particolare. ''La data dell' 8 marzo è stata voluta. La prima cosa che ho pensato per la mia città è stato il biglietto ridotto per tutti in occasione della festa della donna. E poi mi sono unita all' Unhcr per avere donazioni dal pubblico a favore di tutte le donne e i bambini in difficoltà, soprattutto le ucraine costrette a fuggire dalla guerra o le afghane. La collaborazione con l' Uhncr continuerà anche nelle prossime date''. Il tour, partito a dicembre da Rovereto proseguirà in altre città italiane con una parentesi a maggio per una serie di spettacoli in Germania e andrà avanti anche nei mesi estivi. Chiara Civello, con sei dischi all'attivo e un passaggio a Sanremo, si è formata artisticamente a Boston e New York entrando in contatto con personaggi come Burt Bacharach, James Taylor e Tony Bennett che l' ha definita la miglior cantante jazz della sua generazione. Tra l' altro, è stata la prima italiana a incidere per Verve, etichetta leggendaria di jazz. In Brasile ha collaborato con Chico Buarque, Daniel Jobim, Ana Carolina, Maria Gadù, Gilberto Gil. Proprio per questo suo guardarsi intorno, non ama essere etichettata. ''Ci hanno provato in tanti a collocarmi in un genere - sorride -. Sicuramente il jazz è un approccio alla musica. In America mi definirebbero crossover. A me piace esprimermi, avere incontri, dialogare''.

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