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Sanremo Giovani, generazione fluida fan di Dalla e Tenco

Sanremo

Sanremo Giovani, generazione fluida fan di Dalla e Tenco

Cinque ragazze in corsa, "sogniamo un mondo senza gender"

ROMA, 24 novembre 2021, 19:49

di Claudia Fascia

ANSACheck

Tv: Rai; ' 'Sanremo Giovani ' ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

Tv: Rai;  ' 'Sanremo Giovani ' ' - RIPRODUZIONE RISERVATA
Tv: Rai; ' 'Sanremo Giovani ' ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

Sincerità. E' questa la parola d'ordine tra i 12 finalisti di Sanremo Giovani, che oggi hanno iniziato ufficialmente la loro marcia di avvicinamento alla serata del 15 dicembre, che decreterà i due che tra loro avranno la possibilità di andare in gara tra i Big al festival in programma dall'1 al 5 febbraio. Sinceri, onesti con loro stessi e con chi li ascolta, con tanta voglia e urgenza di farsi sentire e di esprimersi. Nei testi, che quasi tutti scrivono da sé, nel look che oltrepassa generi e mode, nella determinazione di voler fare musica "da grandi". Quasi nessuno ha provato la strada del talent prima.
    Racchiusi in una manciata di anni (hanno tutti tra i 18 e i 28 anni), rappresentano non solo l'Italia della musica che sarà (o che potrà essere), ma la società multiforme e multietnica di oggi. C'è l'esuberante Samia di Sacrofano (Roma), 28enne "a tratti un po' folle" nata a Sanaa, nello Yemen, in Italia da quando ha 4 mesi, una zazzera riccia e profondi occhi scuri che vive la musica "come una terapia per continuare a scavare dentro di me" e che si definisce "mangiatrice di musica, senza un genere preferito, e spazio da Lionel Ritchie a Bruno Mars, passando per Madame e Blanco". E c'è Yuman, classe '95, mamma romana e babbo capoverdiano, che sogna di cantare con James Senese e immagina Sanremo come un'opportunità per vedersi aprire altre porte: "penso di essere qui perché ho qualcosa da dire". E su questo sono tutti d'accordo. A partire da Oli?, 25 anni da Belluno, che sfoggia smalto, minigonna, trucco e orecchini.
    "Sono un grandissimo fan della consapevolezza. Essere me stesso è un grande viaggio e il mio punto di forza è la sincerità".
    Cercano originalità e autodeterminazione, ma poi stupiscono con i riferimenti musicali. Citano Dalla, De André, Guccini, Tenco. I Daft Punk, i Genesis, i Dire Straits e Amy Winehouse.
    Ma anche Mahmood, Levante e Madame tra i più giovani. Dimostrano anche tanta consapevolezza, come Tananai, 26enne di Milano, l'aria sicura di sé e un disco già pronto la cui uscita "dipende da come andrà: la mia musica ti può fare schifo ma non ti lascia indifferente". Sanremo per tutti è trampolino di lancio e chiunque di loro dovesse andare in gara a febbraio, non vede nessuno svantaggio a confrontarsi con i Big, "ma solo un'opportunità". Oltre a Samia, altre 4 ragazze in gara, Martina Beltrami (21enne di Rivoli), Littamé (25 anni di Terrassa Padovana, che già l'anno scorso aveva provato con Area Sanremo e quest'anno ce l'ha fatta), Vittoria (18enne della provincia di Massa Carrara che quest'anno avrà anche la maturità linguistica) e Senza_cri.
    Sempre troppo poche, ma loro non si lasciano turbare. In coro, affermano di non sentirsi svantaggiate in mondo dominato dagli uomini. "Le cose stanno cambiando, nella musica e nella società, ci piacerebbe un mondo senza gender, basato solo sulla meritocrazia. Intanto noi donne ci stiamo affermando per quello che siamo, stiamo rivendicando il nostro posto".
    Bais, 28enne schivo e dalle poche parole, arriva da Bassano del Grappa, punta a un'esibizione che lo soddisfi "senza aspettative, perché portano ansia. Il posto al festival? Lascio che sia la canzone a decidere se lo merito o meno". Con l'aria da timido e bravo ragazzo di liceo, tenta l'avventura anche il 19enne Matteo Romano di Cuneo, "sono introspettivo e preferisco parlare con la musica, che mi aiuta ad analizzarmi. Sto costruendo le fondamenta di quello che sarà". Come Destro (19 anni dalla provincia di Lecce) che si piace solo quando canta, "perché mi fa stare bene e non mi fa vedere i miei difetti". Più sicuro Matteo Montalesi aka Esseho, classe '97, polistrumentista, autore e produttore romano che ha deciso di "metterci la faccia, perché è il momento di far capire chi è Matteo e cosa ho da dire" ma senza l'ansia da competizione. "Non vivo la musica in senso competitivo, lo considero un ossimoro.
    Non devo dimostrare che sono più bravo, ma solo dimostrare di essere me stesso: nessuno potrà mai essere più bravo di me a essere me stesso". Intanto comincia il turbine di nomi e ipotesi sul festival che sarà. Amadeus sta lanciando la sua esca: si parla di Massimo Ranieri e di Gianni Morandi, come anche di Vasco Rossi, Ama per il momento glissa: "chi lo sa". Sarebbe invece solo un'ipotesi la presenza al suo fianco di Alessia Marcuzzi, lanciata da 'Chi'.
   

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