(di Alessandra Baldini)
"Rivoglio la mia vita. Voglio
sposarmi e avere un bambino": parlando a rotta di collo al
telefono con la giudice Brenda Perry della Superior Court di Los
Angeles, Britney Spears ha chiesto di esser liberata "senza
ulteriori perizie psichiatriche" dal giogo della "custodianship"
a cui da 13 anni l'ha assoggettata il padre Jamie con la scusa
del suo labile stato mentale.
Tredici anni di rabbia, frustrazioni, risentimenti sono
sfociati in 23 minuti di accuse: "Ho una spirale, ma non mi
permettono di toglierla. Voglio sposarmi e avere un bambino, ma
me lo impediscono", ha detto la cantante che ha 39 anni e due
figli ormai teen-ager, Sean e Jayden, affidati in massima parte
al padre Kevin Federline.
"Questa tutela mi ha fatto piu' male che bene", ha detto la
cantante, minacciando di portare la sua famiglia in tribunale.
Tra le accuse dell'accorato appello ci sono gli psicofarmaci
somministrati contro la sua volonta' - "il litio mi faceva
sentire ubriaca" - quando aveva annunciato di non voler cantare
piu' a Las Vegas e il divieto di parlare con i media, mentre ai
genitori era permesso di dare interviste.
L'istituto della tutela legale, usato di solito per governare
la vita di persone molto anziane o con gravi problemi mentali,
ha messo Britney sotto tre forme di tutela: oltre Jamie sono in
gioco la finanziaria Bessemer Trust e un tutore che ne controlla
carriera, salute e altri aspetti della vita personale. La
sorveglianza e' stata così minuziosa che Britney da 13 anni non
puo' autonomamente decidere con che amici uscire, ha detto la
cantante, o salire in macchina se il suo boyfriend Sam Ashgari,
che ieri ha postato un selfie con la maglietta del movimento
#FreeBritney, e' al volante.
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