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40 anni per 'Colpa d'Alfredo' tra anima fragile e rock

40 anni per 'Colpa d'Alfredo' tra anima fragile e rock

Album in edizione speciale con corto animato ad hoc

ROMA, 24 novembre 2020, 09:25

Francesca Pierleoni

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Un ragazzo e una ragazza, in una grande città che dai rispettivi balconi attraverso un filo rosso per il bucato, si scambiano una lettera, una rosa, un anello che cade. Il tempo passa e il ragazzo, inseguendo idealmente lo stesso anello, fra strade dove tutti siamo connessi da tanti fili rossi, ricerca quel legame perché "la vita continua anche senza di noi". E' il racconto scandito nel corto animato (disponibile gratuitamente su tutte le piattaforme) realizzato ad hoc per uno dei capolavori di Vasco Rossi, Anima fragile, in occasione dell'arrivo il 27 novembre con Sony Music della speciale 'R>PLAY Edition 40th' per Colpa d'Alfredo" il terzo disco del rocker, uscito nell'aprile 1980.
Continua così la collezione della serie R> PLAY dedicata ai 40esimi anniversari degli album di Vasco Rossi, iniziata nel 2018 con la ripubblicazione del primo album "...ma cosa vuoi che sia una canzone...", seguita nel 2019 da "Non siamo mica gli Americani!'. "Progetti come questo sono un sogno per un discografico - spiega Stefano Patara di Sony Music) -. Anche in questo caso Vasco ci ha dimostrato la sua grandezza, non solo per aver proposto l'iniziativa ma anche per l'entusiasmo mostrato nel realizzarla".
Una riedizione (da 85 euro), quella di Colpa d'Alfredo che comprende fra gli altri, il corto, scaricabile in hd; un Hardcoverbook di 32 pagine con contenuti esclusivi (compresa una lunga intervista di Marco Mangiarotti a Vasco Rossi, che parla anche dell'influenza sull'album delle sue letture, da Lacan a Bakunin, e dell'impatto di eventi come la morte di Pinelli) + CD e un LP. Un nuovo viaggio in un album fondante con canzoni come, la title track, "Colpa d'Alfredo" (che per un famoso verso, nelle intenzioni "'goliardico", molto poco politicamente corretto, non diventò primo singolo: "qualche problema ci fu" spiega Mangiarotti,), "Non l'hai mica capito", "Susanna", "Anima Fragile", "Alibi", "Sensazioni forti", "Tropico del cancro", "Asilo Republic' rimasterizzati partendo dai nastri master analogici. Un processo curato dal sound engineer Maurizio Biancani, storico collaboratore di Vasco Rossi: "I primi due album avevano un che di progressive. Li conoscevo molto bene avendoli registrati e mixati. A questo mi sono approcciato invece in maniera vergine non avendoci lavorato" spiega in conferenza stampa via streaming Biancani, che dal disco successivo, Siamo solo noi (in uscita in edizione speciale l'anno prossimo per il quarantennale) ha ricominciato la collaborazione con il rocker . 'Colpa d'Alfredo' "rappresenta la svolta rock di Vasco e ne è un elemento importante anche Maurizio Solieri, che diventa a questo punto il chitarrista effettivo della band". Vasco "in quel periodo ascoltava molto i Rolling Stones e i Clash" e dai master originali "trasudano suoni più sporchi e diretti. Io ho cercato di ritirarli fuori.
Il rock deve colpire in faccia l'ascoltatore come un cazzotto e le canzoni qui spesso lo fanno". E proprio un pugno in faccia viene evocato anche dalla nuova copertina: non più Vasco Rossi di spalle, ma l'immagine che era' di quarta' nell'album, in realtà nata come cover: Vasco in primo piano con un occhio tumefatto. "Non ricordo come sia nata l'idea, forse proprio perché le canzoni dell'album sono come cazzotti - spiega il fotografo Mauro Balletti -. Mi ricordo che mentre scattavo quel pomeriggio dicevo a Vasco che assomigliava tantissimo a Frank Sinatra".
A curare il progetto redazionale insieme a Tania Sachs (portavoce da sempre del rocker) c'è Arturo Bertusi, che firma anche la regia del corto di Anima fragile (è anche l'ultimo brano in cui Curreri suona il piano per un suo disco di Vasco), come aveva già fatto per il corto di Jenny è pazza'. Si rinnova anche il sodalizio con Rosanna Mezzanotte, autrice di disegni, personaggi e scenografie poi animati da Tommaso Arosio e Matteo Manzini (scene realizzate a mano con l'interfaccia del computer): "Sentivamo una grande responsabilità verso questa ballad, così personale e universale - spiega Bertusi -.
Lavorando insieme da 30 anni, con Vasco Rossi, narrativamente abbiamo avuto da lui grande fiducia e carta bianca. Poi ci sono il suo entusiasmo e sostegno. Fa capire subito se una cosa gli piace o no e questa, per fortuna, gli è piaciuta subito".
   

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