La Scala di Milano dal 6 luglio riapre le sue porte agli spettatori dopo 133 giorni di lockdown con una mini stagione di quattro concerti. Un modo per ripartire in sicurezza e a piccoli passi prima della ripresa vera e propria il 3 settembre con il Requiem di Verdi eseguito nel Duomo "luogo simbolo della città" e il 5 con la Nona di Beethoven in teatro. In entrambi i casi - e non poteva essere diversamente - sul podio ci sarà il direttore musicale della Scala Riccardo Chailly. "Penso che sia tempo di rivedere pubblico e artisti in teatro" ha commentato il sovrintendente Dominique Meyer, spiegando che la Scala sta anche "studiando" la possibilità di fare manifestazioni all'aperto. Proprio a settembre la Filarmonica terrà un concerto gratuito in piazza Duomo e "avrebbe senso" per il manager sfruttare lo stesso palco anche per altre esibizioni. Di questo parlerà nei prossimi giorni con il Comune, tenendo conto dei rischi perché "non vorrei che si creasse un cluster e un concerto ne fosse la causa". E allora si comincia piano con i quattro concerti 'ridotti': ridotti per numero di interpreti (ma di fama come Luca Salsi e Francesco Meli) e piccole formazioni come quelle con cui la Filarmonica si è esibita per la città in questo fine settimana. Ma ridotti anche per la capienza del teatro che avrà non più oltre duemila posti ma seicento con ingressi e uscite definiti in modo da evitare incroci di persone, biglietti in vendita solo online.. L'obbligo della mascherina sarà fino al momento in cui ci si siede per assistere a 75 minuti filati di esibizione, senza intervallo per evitare assembramenti. Motivo per cui resteranno chiusi bar e guardaroba. Dopo l'ultimo spettacolo, il 15 luglio, il teatro chiuderà per manutenzione straordinaria. Verrà infatti rifatto il pavimento del palcoscenico prima della ripartenza di settembre. Il programma di fine stagione è stato riscritto più volte. Meyer avrebbe voluto mettere in scena tre spettacoli iconici della Scala (Traviata con la regia di Liliana Cavani, Bohème e Aida di Franco Zeffirelli). Ma si tratta di opere che richiedono l'impegno di molti artisti, di cori imponenti, con regie pensate in epoca pre-Covid. Dunque non si faranno. La direzione del teatro è al lavoro per definire il nuovo cartellone che sarà annunciato nei prossimi giorni. Mentre per la presentazione della stagione 2020/2021 si dovrà aspettare fine agosto. "Stiamo controllando tutto anche dal punto di vista del budget - spiega Meyer - Dobbiamo tener conto che gli spettatori stranieri, un terzo del totale, non ci saranno. Non vorrei andare a 200km di velocità a sbattere contro un muro. Dobbiamo avanzare con molto realismo". Anche pensando al pubblico straniero, la Scala ha deciso comunque di dotarsi di un sistema di streaming che renda accessibile "quasi tutti gli spettacoli in diretta". Comunque per Meyer che ha dovuto dare l'annuncio della chiusura del teatro al pubblico che il 23 febbraio era arrivato per vedere Trovatore, "poter sentire la musica in sala dopo tre mesi è una bellissima cosa".