"E la felicità non è un
privilegio, è un diritto. A 40 anni penso proprio non ci sia
bisogno di raccontare da che parte sto. La mia storia si scrive
da sé". Tiziano Ferro sul palco dell'Ariston, al festival di
Sanremo, si racconta a due settimane dal suo 40esimo compleanno.
"A 40 anni, per la prima volta ho sognato Dio. Aveva il viso
di un adolescente e mi diceva che ho strappato a morsi la vita
che volevo - ha raccontato nel suo breve monologo -. A 40 anni,
ho scoperto che non voglio essere una persona alterata dal male.
Dove l'arroganza urla, il silenzio elegantemente afferma. A 40
anni ho imparato che non bisogna negarsi all'amore del padre e
della madre, mai, né per orgoglio né per timore. L'amore è un
lavoro lento e faticoso, fatto di mediazione e di pazienza.
Basta ascoltare".
Emozionato, ha poi continuato: "A 40 anni so che nessuno può
vedere quanto è bello l'amore se non condividi col mondo il tuo
sorriso da innamorato. Ci ho messo 40 anni, ma adesso so che il
brutto tempo non esiste. È tutto un susseguirsi di stagioni.
Solo questione di ripararsi o scoprirsi al momento giusto. A 40
anni guardo il mondo attraverso il filtro delle mie cicatrici. E
grazie a loro curo le ferite che arriveranno. Ho 40 anni e
voglio dire al mondo che nessuno dovrebbe mai decidere di vivere
soffrendo. E nessuno dovrebbe mai voler morire. Perché subire
non è una disgrazia, è una scelta".
E poi ha concluso: "E la felicità non è un privilegio, è un
diritto. A 40 anni penso proprio non ci sia bisogno di
raccontare da che parte sto. La mia storia si scrive da sé.
Maniacalmente innamorato delle persone, tutte. Estremista da
sempre dalla parte dei deboli. Dio non commette errori. E non
credo abbia iniziato il 21 febbraio 1980. Non sono sbagliato.
Nessuno lo è. Non accetto speculazioni sul tema. Non provateci
nemmeno. Ho 40 anni ormai".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA