"Un mondo più casual, meno formale,
con più attenzione alla sostenibilità": così Giuseppe Santoni
racconta l'evoluzione del suo marchio di scarpe di lusso made in
Italy, anzi, come dice lui, 'made in Corridonia', la cittadina
marchigiana dove più di dieci anni fa è partito il rinnovamento
dello stabilimento di 30mila mq, che impiega 700 addetti.
Oggi, "siamo autosufficienti per la fornitura di energia
elettrica grazie ai pannelli solari, e anche per l'acqua, grazie
al recupero delle acque piovane". A Corridonia, inoltre, si
lavora - racconta l'imprenditore e creativo, oggi a Milano per
presentare la collezione per il prossimo inverno - "secondo il
metodo Lean della Toyota, grazie al quale si lavora sia sul capo
singolo che sulla grande produzione". Nasce così anche
l'etichetta digitale che permette al cliente, con lo smartphone,
di collegarsi all'azienda per saperne più sul suo acquisto o
chiedere assistenza, ma anche di localizzare il singolo paio di
scarpe all'interno dello stabilimento.
Nonostante il 2020 "sia stato il primo anno con segno
negativo, con una perdita del 20% sul 2019 - racconta Santoni -
ci riteniamo soddisfatti perché non abbiamo perso clienti ma
volumi, a causa della mancanza di occasioni di acquisto e di
utilizzo. I prossimi 3 mesi saranno di confusione, poi vedremo
se le cose si sistemeranno grazie al vaccino, possiamo pensare -
conclude - di migliorare nel 2022".
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