Le atmosfere dei primi decenni del
Novecento in Indocina, come dal film L'Amante di Jean-Jacques
Annaud, tratto dal celebre romanzo omonimo di Marguerite Duras,
hanno ispirato la nuova collezione di haute-couture S/S 2020 di
Giada Curti, che ha sfilato con Altaroma scegliendo però come
passerella gli spazi di un grande albergo romano.
In pedana, dunque, si avvertono mille suggestioni
dall'estremo Oriente e degli indumenti tipici della tradizione
asiatica che si legano allo stile sartoriale europeo,
convogliando in uno stile che richiama una femminilità
sensualmente innocente, come quella delle geishe. In un perfetto
equilibrio di forme, tagli e proporzioni, sfilano abiti oro e
argento, ramage, bouquet floreali e pattern delicati su abiti
con gonne balloon, a balze, on lunghe code. Nappe, raso e
cordure tipiche dello stile orientale si depositano su lunghe
mise in seta, in tessuti impalpabili come i gazar. Fitti ricami
di paillettes illuminano i corpetti. Piccole pochette con catene
si legano in vita. Tutto sembra voler trovare una sintesi
equilibrata tra Ying e Yang.
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