Lavora a un nuovo libro Zerocalcare ed è in arrivo, a ottobre, una raccolta di tavole dei suoi personaggi che si chiamerà Enciclopaedia Calcarea, pubblicata sempre dal suo editore BaoPublishing.
"È una specie di enciclopedia dei personaggi sia delle serie che dei cartoni, con delle tavole inedite e delle parti di intervista, di racconto della relazione tra le persone vere e i personaggi che saranno una settantina. Ci sono tutti Secco, Sarah, mia madre, ma anche quelli minori comparsi in meno storie o con il blog. Anche se con il filtro del fumetto uno li vede come personaggi di finzione, sono pezzi della mia vita a volte in maniera molto esplicita, altre più mascherata, ma per me è come un album di famiglia a cui tengo molto" racconta all'ANSA Zerocalcare.
Grande e atteso protagonista al Festivaletteratura di Mantova di due incontri: uno con Luigi Manconi dedicato al carcere e un altro sulla sua produzione tra nuova serie tv, libri, fumetti e la grande mostra Dopo il botto alla Fabbrica del Vapore di Milano, Michele Rech, vero nome di Zerocalcare, dopo 'No Sleep Till Shengal' si sta dedicando anche a un nuovo libro che questa volta non sarà sui curdi. "È una storia familiare, mai esplorata in passato, molto intima per certi versi. Sono arrivato a pagina diciotto. Vorrei che fosse una cosa completamente diversa da quello che ho fatto finora" rivela.
"Il mio impegno per i curdi resta sempre, ma non mi va di fare il curdologo nella vita. Penso che non farei neppure un buon servizio ai curdi se facessi quello che parla solo di loro" spiega Zerocalcare che i fan inseguono per avere una sua dedica su un libro, su un foglietto e come sempre lui la disegna con piacere.
E nuove serie tv? "Adesso l'idea di rinfilarmi in quel tritacarne mi sembra orribile, però è una cosa che mi piace e prima o poi vorrei raccontare altre storie con quel mezzo".
Il suo mondo creativo si è sempre più espanso ma Michele Rech ci vede "una certa continuità: il fumetto ha molto a che vedere con l'audiovisivo. Spesso i fumetti sembrano gli storyboard dei film. A me quello che interessa è raccontare una storia. Farlo anche con mezzi diversi, una volta fumetti, un'altra una serie è qualcosa che mi viene abbastanza naturale. La mostra è diverso, serve a mettere un punto e a fare una ricapitolazione degli ultimi anni, ma non vorrei fosse una roba continua. Mi piace l'idea che succeda una volta ogni tanto" racconta.
Del suo pubblico, cambiato nel corso del tempo spiega: "è successo anche con le serie Netflix. La prima ha avuto un successo molto ampio, abbastanza trasversale. La seconda, Questo mondo non mi renderà cattivo, che era molto più divisiva, ha creato una serie di malcontenti. Le persone lo sanno come la penso, se decidono di continuare a leggermi sanno che possono trovare un punto di vista che non è quello loro. In realtà Questo mondo non mi renderà cattivo doveva essere la prima, poi ho pensato che era meglio farne un altra prima e preparare il terreno. Lo avevo chiaro da subito. Era il mio grande piano quinquennale".
Il fumettista che indossa una T-Shirt con la scritta 'Tuttomale' dall'album di Giancane, oggi non si sente rappresentato da nessuno. "Negli anni anche il discorso progressista è stato schiacciato su posizioni come l'antiberlusconismo e hanno perso la barra su una serie di concetti all'ordine del giorno, il carcere è il principale. Non ci sono tante opzioni nell'immaginario delle persone per cercare di vivere meglio tutti. Quello che vince mi pare sia cercare di salvarsi individualmente, sgomitando con quelli che ti stanno accanto. La società che ne esce fuori è brutta".
Travolto dal successo, la maggior parte di energia che Zerocalcare spende "è per cercare di rimanere con la barra dritta quanto è più possibile. Vengo da un mondo di talebani e io stesso sono un talebano. Se penso al me stesso sedicenne che guarda il me stesso di adesso comunque non lo so come mi giudicherebbe" dice.
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