LORENZO MARONE, SONO TORNATO PER TE
(EINAUDI, PP. 259, EURO 18)
Sono tornato per te, ora disponibile e uscito per i tipi di
Einaudi, è il nuovo romanzo del partenopeo Lorenzo Marone (1974)
che, dopo Le madri non dormono mai, prosegue il percorso già
intrapreso del realismo d'impegno civile. Dopo aver raccontato
la maternità in carcere, stavolta ambienta la trama ai tempi del
fascismo e della seconda guerra mondiale.
La storia d'Italia s'intreccia con le vite di due ragazzi, Cono
e Serenella, figli del Sud, cresciuti tra Campania e Basilicata,
nella zona del Vallo di Diano, luoghi cari all'autore. In
particolar modo, Marone è affezionato a Monte San Giacomo e
Teggiano: "Lì c'erano i miei avi, che m'hanno preceduto nel
flusso delle cose, c'è il Castello Macchiaroli della nonna
Clementina, che non ho conosciuto, e di suo fratello Gaetano;
c'è mia zia Gisella, a gestire una parte del maniero," scrive
nelle note finali.
Cono e Serenella sono uniti da un sentimento travolgente e
desiderano solo stare insieme, farsi una famiglia, coltivare la
terra; tuttavia dovranno lottare contro tragici eventi. Cono
sarà deportato in Germania dopo l'8 settembre 1943. Durante la
prigionia tirerà di boxe. Il pugilato era uno sport che piaceva
a Hitler, era praticato nei campi di concentramento e i kapò
obbligavano i prigionieri a combattere.
Marone nell'introduzione rivela che il romanzo è dedicato alla
memoria di coloro che, in quegli anni, "per aver salva la vita
dovettero improvvisarsi pugili".
Quanto al patrimonio letterario, in questo nuovo libro Marone
guarda a Manzoni e Verga, ma s'intravede anche l'ombra di un
classico americano come Da qui all'eternità di James Jones,
opera incentrata su amore, guerra, pugilato.
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