Sono oltre 110 mila i visitatori
che negli ultimi cinque giorni hanno affollato Pordenone in
occasione di Pordenonelegge, la "festa del libro con gli
autori". Definizione che potrebbe cambiare: il presidente della
fondazione Michelangelo Agrusti e il direttore artistico Gian
Mario Villalta hanno lasciato intendere che potrebbe diventare
la "festa del libro e della libertà". Magari proprio in
occasione della prossima edizione, la venticinquesima, che -
situazione geopolitica permettendo - prenderà il via con un
evento a Kiev, come avvenuto a Praga nel corso delle ultime
edizioni.
"Saremmo voluti partire da Kiev già da quest'anno, ma
l'inaugurazione del festival è comunque avvenuta nel segno della
tragedia ospitando Kurkov, il più grande scrittore ucraino
vivente" ha sottolineato Agrusti.
"La libertà di pensiero non è limitata solo dai regimi
oppressivi, ma anche dall'abitudine a seguire ciecamente un
pensiero dominante," ha aggiunto Villalta. "Una festa come
Pordenonelegge mira proprio a stimolare la riflessione
attraverso dialoghi che contrappongono una pluralità di idee".
"Questa edizione è stata quella della definitiva rinascita dopo
la pandemia. Per la verità noi non ci siamo mai fermati, ma
quest'anno i numeri e le modalità di fruizione degli spazi sono
tornati ad essere quelli che conoscevamo fino al 2019" ha ancora
specificato Agrusti.
"Abbiamo riaperto luoghi che negli anni scorsi, a causa del
Covid, erano rimasti chiusi per la difficoltà di accesso o le
dimensioni ridotte. Quest'anno la città è stata percorsa in
tutte le direzioni" gli ha fatto eco Villalta.
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