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Festivalfilosofia, la libertà dopo la pandemia

Festivalfilosofia, la libertà dopo la pandemia

La percezione della paura ne ha modificato valore e senso

MODENA, 17 settembre 2021, 17:41

di Paolo Petroni

ANSACheck

Festivalfilosofia, la libertà dopo la pandemia - RIPRODUZIONE RISERVATA

Festivalfilosofia, la libertà dopo la pandemia - RIPRODUZIONE RISERVATA
Festivalfilosofia, la libertà dopo la pandemia - RIPRODUZIONE RISERVATA

MODENA - La pandemia, con tutto quello che ha comportato, dalle costrizioni del lockdown alle vaccinazioni, dallo smart working alla dad, ha segnato una cesura tra il mondo di prima e quel che stiamo vivendo oggi, tanto che anche il senso di un valore centrale come la libertà si è forzatamente modificato. Lo si capisce chiaramente sin dai primi interventi al Festivalfilosofia che si è aperto il 17 settembre a Modena, Carpi e Sassuolo, dove 45 relatori di livello internazionale affrontano da più punti di vista proprio questo tema, libertà, oggi divenuto caldo.

Si comincia facendo notare come sia diventata viva, dopo gli avvenimenti recenti, la percezione del dentro e del fuori, non solo relativamente alla chiusura tra le pareti di casa, ma anche tra il dentro di noi e l'esterno, gli altri. Un tema filosofico, in quanto esistenziale, psicologico, sociale e politico, che si interroga anche su da che parte sia in questi casi la libertà, dopo che ne abbiamo vissuta un pericolosa mancanza che ha fatto perdere di vista come la libertà di ognuno sia legata, dipenda da quella degli altri. Anzi, gli altri sono diventati da tempo, anche extra pandemia e difesa delle mura domestiche, motivo di paura, così che finiamo per questo a autolimitarci la libertà. Di libertà si parla e discute da sempre, ma spesso retoricamente, come un concetto astratto, non calato nella vita privata e pubblica, così che molti ribadiscono come 'la libertà valga davvero poco se non ce n'è coscienza. Insomma, tutto questo dipende anche dalla percezione che ne abbiamo (spesso condizionata da informazioni del potere e dei media), una percezione che ha perso oggettività diventando amplificata emotivamente.

''Viviamo nella società più sicura di sempre, anche sul piano sanitario'', ricorda Francesca Rigotti, docente di Dottrine politiche all'Università di Lugano, notando che si discute e si avverte una paura diffusa che ha spinto la gente a giustificare ''abusi di potere, che hanno limitato la nostra libertà'' e cita l'eccessivo succedersi di decreti del presidente del Consiglio come ora gli avvenimenti più recenti legati al problema delle vaccinazioni, che ci ''hanno sottoposto a un vero e proprio ricatto'', coinvolgendo questioni come la dignità, la libertà e la responsabilità delle persone. Allora, per Marco Filoni, docente di Filosofia politica alla Link University di Roma, la paura è qualcosa che dobbiamo imparare a sfruttare positivamente, non facendoci paralizzare e obnubilare la ragione, come spinta a analizzare le cose per capirle e vedere come affrontarle. Come ha spiegato, partendo da Platone, anche Carlo Galli, docente di Dottrine politiche all'Università di Bologna, è qui che interviene la necessità della filosofia, della metafisica che scava dietro le apparenze e quindi scopre come smontarle usando la ragione.

Allora questi tre giorni di discussioni e riflessioni saranno quest'anno più che mai di attualità e utili per fare il punto e capire in quale situazione ci troviamo, in modo da poterla vivere, da agire con coscienza.

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