ELENA PORCIANI, ELSA MORANTE, LA VITA NELLA SCRITTURA (CAROCCI, PP. 352, EURO 34)
Una donna dal fascino non indifferente, così descrivono Elsa Morante coloro che l'hanno conosciuta, aveva "un'espressione da bambina un po' imbronciata". Più riservata rispetto al marito Alberto Moravia, sposato Il 14 aprile 1941, a Roma, in una cappella della Chiesa del Gesù. I due si conobbero, secondo diverse fonti, nel novembre 1936, alla birreria Dreher o in casa d'amici. Elena Porciani, professoressa associata di Letteratura italiana contemporanea all'Università della Campania Luigi Vanvitelli, in 'Elsa Morante, la vita nella scrittura', uscito per Carocci, traccia un ritratto della scrittrice romana, che grazie a capolavori come 'Menzogna e sortilegio', 'L'isola di Arturo' e 'La Storia' "fa ormai parte stabilmente del canone del XX secolo", scrive Porciani.
Il saggio ripercorre gli inizi di Elsa, quando giovanissima e squattrinata dava lezioni private per sbarcare il lunario e scriveva tesi di laurea per altri. Tra gli uomini amati da Elsa, oltre a Moravia, anche Luchino Visconti: "Non si hanno notizie su come i due abbiano iniziato a frequentarsi, ma certamente il legame va inquadrato nella comune appartenenza al milieu culturale romano".
Leggendo il libro si può anche delineare una mappa dei luoghi morantiani, attraverso le case in cui abitò: via Sgambati 9, via dell'Oca 27, dietro piazza del Popolo e poi nel 1950 Moravia acquista per lei un piccolo attico in via Archimede 161, ai Parioli: appartamento-studio al quale si poteva accedere solo con un ascensore che si fermava direttamente davanti alla porta.
Morante, donna dal carattere spigoloso. Era solita pranzare al ristorante e, al termine del pasto, "prendeva il suo elisir, un'anfetamina che le permetteva di lavorare dandole l'energia e la durata che a lei, di pressione bassa, altrimenti mancava", si legge in un capitolo del saggio che riporta un ricordo di Ginevra Bompiani. L'umore di Elsa cambiava di colpo: "da ciarliero, ridente, narrativo, pieno di aneddoti sempre diversi, si faceva feroce e aguzzo".
Alberto Arbasino parlava di Elsa Morante come di una donna "molto combattiva e belligerante": si vedevano in trattoria insieme a Moravia, Pasolini, Gadda, lei "arrivava sventolando Paese Sera, sul quale aveva appena letto qualche notizia che l'aveva infiammata", articoli riguardanti o la bomba atomica o violenze sui gatti. I mici erano una grande passione di Elsa, li considerava amici e interlocutori al pari degli umani.
Il 6 aprile 1983 Morante tentò di uccidersi con barbiturici e gas, ma venne salvata dalla domestica Lucia. Morì di infarto il 25 novembre 1985: fu cremata al Cimitero del Verano e le ceneri vennero disperse nel mare di Procida.
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