(di Fabrizio Finzi)
MARZIO BREDA, "CAPI DENZA STATO"
(MARSILIO, PP. 224 18 EURO) - "Ho spianato la strada a tutti
loro e adesso non li ferma più nessuno. Lo sapevi che Scalfaro
mi disse che avevo ragione? Che il capo dello Stato ha un sacco
di poteri e se lui aveva potuto usarli era perché io gli avevo
aperto il solco? Lo stesso mi capitò con Ciampi. E l'identica
scoperta la farà chiunque salga lassù. Sarà forte grazie alla
formula che ha tenuto in piedi il Quirinale, e con esso
l'Italia: i nostri poteri sono altissimi e vaghissimi,
imprecisati e imprecisabili". Questa personalissima confidenza
di Francesco Cossiga al quirinalista del Corriere della sera
concentra almeno trentanni di riflessione sul ruolo e i poteri
del presidente della Repubblica. Ed è proprio la consapevolezza
che il Quirinale sia un luogo di poteri "altissimi e vaghissimi"
che muove la penna del quirinalista del Corriere della sera,
cioè Marzio Breda, a scandagliare nel suo attualissmo libro
"Capi senza stato" (edito da Marsilio) l'attività di ben cinque
capi di Stato.
"Negli ultimi trent'anni ho potuto verificare di persona questo
processo evolutivo, seguendo cinque capi dello Stato mentre
fronteggiavano, dopo aver allargato la "fisarmonica" delle
prerogative di cui dispongono, una transizione politica,
economica e sociale ancora irrisolta", scrive infatti Breda
nella sua bella introduzione.
Il libro ha tre chiavi di scrittura e dunque di lettura. E' un
libro-testimonianza, perché racconto episodi e parole di cui
Breda è stato testimone sulla scena pubblica come in privato.
"Un lusso che mi concedo perché con tutti e cinque i presidenti
(un po' meno soltanto con Mattarella, per la sua natura chiusa)
ho avuto rapporti personali sia quando erano in carica sia
quando erano senatori a vita", ricorda il giornalista e analista
politico.
E' poi un libro di ricostruzione storica, perché nel volume sono
stati messi insieme i principali eventi politici che hanno
cadenzato le diverse presidenze, per far capire certe scelte
compiute dal Quirinale in questi trent'anni. E', infine, un
libro di analisi politico-costituzionale, perché l'autore spiega
fin dove si sono spinti i presidenti, allargando sempre più la
famosa "fisarmonica" dei loro poteri, talvolta trasformandosi in
"piloti della crisi" italiana e dettando un sempre più
penetrante indirizzo politico ai governi o addirittura
diventando "presidenti governanti", come è stato detto quando
Berlusconi inseguiva di fatto una sorta di premierato assoluto e
Scalfaro, come Ciampi, provarono a frenarlo.
Due esempi, fra i tanti, della loro metamorfosi: 1) quando
Napolitano insediò al Quirinale una commissione di saggi per
studiare le riforme di cui aveva bisogno il Paese; 2) quando
sempre lui insediò un'analoga commissione per studiare un
programma di governo. In entrambi i casi quello fu certo anche
un modo per prendere tempo, da parte del presidente, che si era
autoproclamato "facilitatore di soluzioni", ma quelle scelte
andarono ben al di là di qualsiasi precedente costituzionale. Ma
altri esempi potrebbero essere quelli delle leggi promulgate
"con osservazioni" (cioè "con riserva", in quanto da correggere
a posteriori), una novità assoluta usata da Napolitano e poi
anche da Mattarella per evitare traumatiche bocciature con il
rinvio alle Camere… e così via… Per non parlare dei dubbi
giuridici sollevati dalla rielezione di Napolitano…Un libro
tutto da leggere in queste settimane. Una guida per i Grandi
elettori che dovranno decidere il nuovo presidente della
Repubblica che "regnerà" per ben sette anni.
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