FLEA, ACID FOR THE CHILDREN (HARPERCOLLINS, PP. 448, EURO 19.00). Flea, mitico bassista e co-fondatore dei Red Hot Chili Peppers, si racconta in 'Acid for the children', pubblicato da HarperCollins nella traduzione di Stefano Chiapello. Ci sono i vertiginosi momenti di gloria e le tragiche cadute. C'è tutta la straordinaria storia di Michael Peter Balzary, meglio conosciuto con il nome d'arte Flea, che prende il via a Rye, New York, dove si trasferisce con la famiglia da bambino.
"Sono cresciuto terrorizzato dai miei genitori, e in generale dalle figure paterne, che mi hanno causato molti problemi più tardi nella vita" racconta Flea, musicista americano di origine australiana, nato a Melbourne nel 1962, e attore occasionale.
Quando i suoi genitori divorziarono, sua madre Patricia si risposò con un musicista jazz, che invitava spesso musicisti a casa sua per delle jam session. Furono proprio questi momenti a far nascere in Flea l'interesse e l'amore per la musica. La famiglia si trasferì a Los Angeles, dove Flea rimase affascinato dalla tromba, idolatrando musicisti come Miles Davis, Dizzy Gillespie e Louis Armstrong. Ma la situazione andò peggiorando e la famiglia presto si disgregò.
Flea comincia a fumare erba a 13 anni, passando ben presto a una vera dipendenza dalle droghe pesanti. A 14 anni era sulla strada e poco dopo incontrò un altro emarginato e tossicodipendente di nome Anthony Kiedis. I due decisero di formare una band e diventarono in breve i Red Hot Chili Peppers, uno dei gruppi rock più famosi e apprezzati al mondo, inserito nella Rock and Roll Hall of Fame nel 2012.
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