(di Mauretta Capuano)
I ritratti di Dante, il mistero del
suo aspetto fisico. La fortuna dei personaggi della Divina
Commedia a partire a Francesca da Rimini e l'interesse della
cultura pop per il Sommo poeta, andando a rispolverare 'Un zebra
a pois' di Mina' e Pia dei Tolomei nell'opera rock di Gianna
Nannini 'Pia come la canto io'.
Giulio Ferroni, tra i massimi dantisti - autore tra l'altro de
"L' Italia di Dante' (La nave di Teseo), un 'Viaggio nel Paese
della 'Commedia' - ha disegnato il palinsesto, tutto dedicato a
Dante, di "Domenica con'', il programma di Enrico Salvatori e
Giovanni Paolo Fontana, in onda il 21 marzo dalle 14 alle 24 su
Rai Storia (canale 54), facendoci entrare nel mondo dantesco da
diversi punti di vista.
"Una cosa a cui tengo particolarmente è la vocalità, la forza
della parola dantesca che se messa in voce rivela tutta la sua
espressività" dice all'ANSA Ferroni che è docente di Letteratura
Italiana alla Sapienza di Roma.
E se la voce è quella di Carmelo Bene di cui verrà proposto
un frammento tratto da 'Lectura Dantis' o è quella di Gassman
"che aveva fatto tutto Dante", ricorda Ferroni, di cui saranno
proposti due canti per ogni cantica, l'importanza delle letture
dantesche mostra tutta la sua potenza.
Ferroni, - che per il Dantedì del 25 marzo e a 700 anni dalla
morte del Sommo Poeta, interverrà a tanti appuntamenti in tv e
in streaming, tra cui uno con Carlo Ossola, presidente del
Comitato per le celebrazioni, e sarà prezioso consulente de 'La
Divina Commedia a misura di social', l'iniziativa lanciata dal
progetto culturale 'La Setta dei Poeti estinti', che prende il
via il 20 marzo, con il patrocinio della Società Dante Alighieri
- nella sua 'Domenica con' ha voluto "toccare non tanto tutti i
momenti della vita di Dante quanto i misteri che ci sono sulla
sua persona". "In realtà - spiega - non sappiamo nulla di
com'era, di come parlava Dante, quale era il suo volto. Non
abbiamo nemmeno un suo manoscritto autografo".
Tra i film proposti dal programma, in prima serata c'è 'Il
nome della rosa' di Jean-Jacques Annaud. "Rispolveriamo anche
'Paolo e Francesca' di Raffaello Matarazzo , un film del 1949,
uscito nel 1950. E' un drammone sentimentale, che risente del
modello degli anni del fascismo, dei film storici. Comunque un
documento interessante della fortuna di Dante. C'è un'attrice
francese che credo adesso sia dimenticata, Odile Versois che
interpreta Francesca e Armando Francioli che fa Paolo. Nella
parte finale del palinsesto avrei voluto il meraviglioso
'Lancillotto e Ginevra' di Robert Bresson, ma c'era un problema
di diritti. E così ci sarà un film famoso, medievale, molto
bello 'Il nome della rosa' con Sean Connery che non riguarda
direttamente Dante però dove c'è un personaggio che viene
nominato nella Divina Commedia, Umbertino da Casale, che era uno
dei francescani rigoristi. Poi c'è la biblioteca" racconta.
Si compie anche un viaggio nel Paradiso, Inferno e Purgatorio
con un montaggio di canzoni, da De Andrè a Venditti, da Mina
allo Zecchino d'Oro. "Rispolveriamo 'Una zebra a pois' di Mina
che a un certo punto dice: 'Dante si ispirò a Beatrice, chi sarà
la nostra ispiratrice: una zebra a pois". Per Ferroni "sarebbe
stato bello fare anche un viaggio dantesco nei luoghi, ma di
questi tempi figuriamoci!". Vengono toccati invece alcuni punti
sul fascino delle opere dantesche e sull'uso che ne è stato
fatto nel mondo contemporaneo. "C'è una figuratività dantesca
che ha attraversato tutti i tempi. A parte le immagini più
antiche dei manoscritti e le forme d'arte a partire da fine
settecento, c'è un repertorio sterminato" racconta il critico
letterario.
"E' stata una bella idea mettere in evidenza Dante in questo
modo con il Dantedì. Poi collegato al 700/mo anniversario della
morte del poeta diventa un evento. Si fanno tantissime cose però
c'è il rischio che siano veramente troppe e che più che sulla
lettura della Commedia l'attenzione sia portata sugli aspetti
che più incuriosiscono la contemporaneità. Tutte cose
giustissime,però speriamo se ne tragga spunto per tornare di più
a leggere Dante, negli ultimi decenni si è ridotta molto la
lettura delle opere dantesche. Non si tratta di studiare i
commenti parola per parola, ma di capire il senso
dell'esperienza dantesca attraverso la forza della parola del
poeta. Se le celebrazioni serviranno a questo, soprattutto in un
momento difficile come quello che stiamo attraversando, sarà una
cosa ben guadagnata. Bisogna tornare al valore della lettura, al
confronto con l'espressività della parola, con le esperienze
della vita, dei valori che contano che un poeta come Dante,
anche in una prospettiva storicamente lontanissima dalla sua, ci
trasmette ancora" sottolinea Ferroni.
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