(di Francesco Bongarrà)
SANDRO MENICHELLI, 'ROMA E LA
TERRIBILE ESTATE DEL '43'. (MORLACCHI, 510 PP, 25 EURO).
Nell'estate del 1943 anche Roma, come tutto il Paese,
affrontava il terzo anno di guerra. Ma a fronte delle tante
adunate oceaniche svolte al cospetto del duce, cosa provava
davvero la cittadinanza nei suoi confronti? Quali erano le sue
condizioni di vita quotidiana? Quanti erano gli abitanti di
Roma? Godevano di una rete sanitaria adeguata? Quale era il
livello dell'offerta culturale? E poi, come funzionava la rete
dei trasporti pubblici o il sistema scolastico nella Capitale?
Quali erano le fonti d'informazione di cui godevano i romani?
Quale era il costo della vita? Quale era il loro atteggiamento e
il loro umore nei confronti del duce, dei gerarchi fascisti,
della Corona e del Pontefice? In questa più ampia cornice
generale, cosa provarono le persone la sera del 25 luglio e
dell'8 settembre, venendo prima a conoscenza dalla radio delle
dimissioni di Mussolini e poi dell'avvenuto armistizio con gli
anglo-americani nel momento in cui erano state invece abituate
ad ascoltare dai media dell'epoca la martellante propaganda che
magnificava i successi delle nostre truppe su tutti i fronti?
Fino al giorno prima i bollettini di guerra citavano
affondamenti di naviglio nemico, abbattimenti di velivoli
inglesi e americani, colpi mortali dovunque inferti agli Alleati
e poi all'improvviso l'Italia chiedeva l'armistizio? Sono le
domande a cui da risposta Sandro Menichelli in un poderoso
volume di ricostruzione di una delle fasi più difficili della
storia della Capitale a ottant'anni da quei giorni.
Passeggiando per le strade e le piazze di Roma che allora
costituivano l'estrema periferia della città e che furono il
teatro di quei tragici giorni dell'estate del '43, si può
provare a rivivere con la mente quei momenti terribili e più in
particolare a comprendere quali furono gli umori e le reazioni
della cittadinanza che nel giro di meno di due mesi si vide
dapprima radere al suolo dagli americani i propri quartieri più
popolari e poi arrivare dentro casa la Wehrmacht, le SS e la
Gestapo. Sulla base delle testimonianze e dei documenti
dell'epoca, comprensivi delle centinaia di relazioni
quotidianamente redatte fin dal 1938 dalle Questure, dai
Carabinieri, dai funzionari del Minculpop, dagli informatori e
fiduciari del P.N.F., della polizia politica e dell'OVRA che
consentirono a Mussolini di conoscere quotidianamente i veri
sentimenti e umori dei romani, il libro di Menichelli
ricostruisce "dal basso" in modo assolutamente inedito i momenti
più importanti dell'estate del 1943, a partire dallo sbarco
degli Alleati in Sicilia, per arrivare, dopo i primi due
bombardamenti su Roma e le tortuose vicende che condussero,
esclusivamente per mano del sovrano, alla caduta del regime
fascista e all'assunzione dei poteri da parte del governo
Badoglio, a quei terribili giorni del 9 e del 10 settembre, a
seguito della proclamazione dell'armistizio e della fuga dei
vertici dello Stato e delle forze armate a Brindisi e
soprattutto alle conseguenze della mancata difesa istituzionale
di Roma.
In questa cornice storica, questo libro vuole quindi
rappresentare sia una documentata ricostruzione delle condizioni
di vita e degli umori della cittadinanza alla luce degli eventi
che nel giro di tre mesi ne travolsero la vita, con
l'illustrazione del correlato ed effettivo ruolo svolto in
quelle vicende dai maggiori responsabili politici e militari
dell'epoca, sia un tributo ai cittadini di allora morti insieme
a tanti soldati e ufficiali italiani che, pure se lasciati soli,
si opposero autonomamente ai tedeschi, non solo a Porta San
Paolo, ma di cui pochi ricordano o conoscono il nome e il
coraggio.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA