"Gianni è stato una figura umana
generosa, di un'intelligenza acuta, insieme a impegno sociale e
a una fede con rigore critico". E' così, chiamandolo col solo
nome, che don Giovanni Ferretti, filosofo e già rettore
dell'Ateneo di Macerata, ha iniziato l'omelia del funerale di
Gianni Vattimo, il filosofo torinese, morto nei giorni scorsi a
87 anni. Carità e amore sono state le parole chiave del
celebrante, la prima partendo dall'Inno alla carità, dalla prima
lettera di San Paolo ai Corinzi, la seconda dalle Beatitudini
secondo Matteo.
Don Ferretti ha riferito per la prima lettura parole del
filosofo stesso. "La carità non è secolarizzabile, diceva
Gianni, nel senso che la carità è il limite invalicabile per lo
stesso processo di secolarizzazione. Va oltre la storia, ci fa
vivere oltre la morte", mescolando in queste frasi fede e il
lavoro filosofico del Vattimo del "pensiero debole", come a
volere di fatto spiegare, tradurre per tutti con poche parole,
una parte delle riflessioni di Vattimo stesso in tal senso. La
seconda lettura è stata lo strumento per parlare dell'uomo di
fede, "impegnato a superare la visione sacrificale del
Cristianesimo che non corrisponde al Vangelo di Gesù - ha
affermato il sacerdote sottolineando come questa fosse la
visione di Vattimo - alla ricerca di un Dio amabile, capace di
rispondere al desiderio di essere amati, che è tra i più
profondi dell'animo umano, che quindi tocca anche i
discriminati, i disprezzati", per con concludere: "Ha cercato di
amare e ha tanto desiderato di essere amato".
Concluso il rito, in un silenzio naturale, una voce si è
alzata tra i banchi: "Grazie maestro", con un applauso partito
piano e continuato con discrezione, che ha salutato la bara di
Vattimo coperta di rose rosse e rami di orchidee bianche,
insieme al suo tocco accademico di velluto poggiato sul legno,
per riprendere quando il feretro è stato portato nell'auto. Al
centro degli abbracci, insieme ad alcuni parenti, il compagno
del filosofo, Simone Caminada, l'uomo che gli è stato accanto
negli anni più recenti e negli ultimi giorni di vita.
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