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Lina Sotis, nel mio nuovo Bon Ton l'educazione è stile

Lina Sotis, nel mio nuovo Bon Ton l'educazione è stile

A 40 anni dal primo manuale come sono cambiate le regole

ROMA, 07 giugno 2023, 18:49

di Patrizia Vacalebri

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Lina Sotis, nel mio nuovo Bon Ton l 'educazione è stile - RIPRODUZIONE RISERVATA

Lina Sotis, nel mio nuovo Bon Ton l 'educazione è stile - RIPRODUZIONE RISERVATA
Lina Sotis, nel mio nuovo Bon Ton l 'educazione è stile - RIPRODUZIONE RISERVATA

LINA SOTIS - IL NUOVO BON TON (Baldini+Castoldi, collana Le Formiche, pp 144, 16 euro) 

"Essere eleganti non è una questione essenziale. Essere educati, sì". Comincia così il nuovo Bon Ton di Lina Sotis, che a distanza di 40 anni dal primo, pubblicato nel 1983, torna con il suo manuale di riflessioni e suggerimenti di buona educazione.
    Il primo libro arrivò inaspettato in un periodo storico in cui la società era caratterizzata dall'individualismo più sfrenato e maleducato, in pieno "edonismo reaganiano" insomma. Lina Sotis criticava i modi spicci e incitava con ironia alla gentilezza.
    Niente a che fare con il rigido galateo cinquecentesco di monsignor Della Casa. "Il Bon Ton ebbe successo negli anni Ottanta - scrive Lina Sotis - quando l'economia italiana esplose - i nuovi ricchi non sapevano come comportarsi, e non trovarono nel Bon Ton alcuna autorità, ma un poco di autorevolezza - che fu scritta per loro con ironia e con un lieve cinismo". Oggi si vivono tempi molto diversi rispetto a 40 anni fa. Ma oggi come allora, resta la certezza dell'autrice che, "con un po' di educazione si può vivere meglio". Il bon ton è per la scrittrice "la grazia del saper vivere, la leggerezza dell'esistere". Sono gesti, parole, silenzi, sorrisi, atteggiamenti che ci raccontano nel modo migliore agli altri. Tutto scandito in ordine alfabetico, dalla A alla Z. Dagli abbracci ai peli: "Per quanto tempo ancora ci cercheremo così puliti e glabri? Le ascelle siano gli avamposti del costume. I peli piacciono - lo vediamo nelle fotografie delle poche riviste che contano nel mondo. Si diffonde il desiderio di autenticità, di ruvidità e di imperfezione e sincerità: siamo fatti di sorrisi, fatica e sudore, pelle amore e peli". Senza tralasciare ignoranza e moda: "La moda è la letteratura del tempo che passa - questa è la definizione di moda, quando la vogliamo intendere come un codice che conduce -non segue, il gusto della gente". Il nuovo Bon Ton di Lina Sotis, a cura di Carlo Mazzoni, è un breviario pensato per riflettere con ironia sui cambiamenti avvenuti nel nostro tempo. Composto secondo voci in ordine alfabetico, va dalla A di Abitudini fino alla V di Vita passando per Amante, fino a Cafonerie, così elencate: "Per ogni periodo, e per ogni decennio, esiste un dettaglio che definisce il cafone. Negli anni Settanta, era un cofanetto per i libri in pelle rossa con fregi d'oro. Negli anni Ottanta, una casa tutta velluti, bordi, righe, fiorellini e passamanerie (anche oggi); negli anni Novanta, l'abbronzatura. La tagliata con la rucola del 2000, un vestito di Roberto Cavalli nel 2002, un promotore finanziario nel 2008. Dal 2015 in avanti c'è sempre e solo una cosa che identifica il cafone: il selfie". Parole: "Ci sono parole che non sono più da usare, la prima tra queste è chic. Chi utilizza oggi la parola chic, promette di non esserlo. La seconda parola da non usare è sexy, per la stessa ragione. Sexy significa trash: è fuori moda oggi più di ieri.  Non si dice Salve. Non vi sovviene alcuna rimembranza di un trapassato cameratesco da dopoguerra. Salve lo si azzardava in prima media al professore di matematica, fino a quando - si spera - quello di lettere non vi ha imposto, da lì e per sempre, un corretto Buongiorno". Il nuovo Bon Ton di Lina Sotis è l'esposizione di un vivere urbano e civile. Perché oggi "la gentilezza è stile, un modo per manifestare il rispetto e l'attenzione che abbiamo per gli altri e soprattutto per noi stessi". Lina Sotis, (Roma 1944) approda nel mondo del giornalismo collaborando con "Vogue". Seguiranno "Amica" e "Gioia", poi "Corriere d'Informazione", nel 1978 comincia a scrivere per il Corriere della Sera, prima donna a entrare nella redazione cronache, dove ancora oggi pubblica la sua rubrica online Bon Ton. Tra i suoi libri "ll colore del tempo" (2001), "A me piace quella lì" (2004), "Libretto di risparmio: ricominciamo da zero" (2012). 

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