(ANSA) - ROMA, 10 MAG - MILAN KUNDERA, UN OCCIDENTE
PRIGIONIERO (ADELPHI, PP 85, EURO 12.00).
Inedito in Italia, arriva in libreria per Adelphi il 12 maggio,
'Un occidente prigioniero' di Milan Kundera, nella traduzione
di Giorgio Pinotti. Con premesse di Jacques Rupnik e Pierre
Nora, dal libro viene fuori una "visione centroeuropea del
mondo" che oggi appare ancora più preziosa e illuminante.
E dal 12 maggio, per la prima volta, Adelphi rende disponibili
in ebook tutti i titoli di Kundera del catalogo, 17 in totale.
Nel libro - che sarà presentato l'11 maggio alle 18.30, in
anteprima alla Feltrinelli di Piazza Piemonte a Milano e il 14
maggio alle 11.30 al festival vicino/lontano a Udine, dove sarà
presente Jacques Rupnik - sono raccolti due discorsi di Kundera:
'La letteratura e le piccole nazioni' del 1967, presentato con
la premessa di Rupnik e 'Un occidente prigioniero o la tragedia
dell'Europa centrale' del 1983, con la premessa di Nora.
Nel giugno del 1967, poco dopo la lettera aperta di Solženicyn
sulla censura nell'Urss, si tiene in Cecoslovacchia il IV
Congresso dell'Unione degli scrittori. Ad aprire i lavori, con
un discorso di un'audacia limpida e pacata, è Milan Kundera,
allora già autore di successo. "Se si guarda al destino della
giovane nazione ceca, e più in generale delle 'piccole nazioni',
appare evidente - dichiara Kundera - che la sopravvivenza di un
popolo dipende dalla forza dei suoi valori culturali. Il che
esige il rifiuto di qualsiasi interferenza da parte dei
'vandali', gli ideologi del regime". La rottura fra scrittori e
potere è consumata e lo confermerà la Primavera di Praga.
A questo discorso, che segna un'epoca, si ricollega un
intervento del 1983, destinato a "rimodellare la mappa mentale
dell'Europa" prima del 1989. Con veemenza Kundera accusa
l'Occidente di avere assistito inerte alla sparizione del suo
estremo lembo. Polonia, Ungheria e Cecoslovacchia, che
all'Europa appartengono a tutti gli effetti, e che fra il 1956 e
il 1970 hanno dato vita a grandiose rivolte, sorrette dal
"connubio di cultura e vita, creazione e popolo", non sono
infatti agli occhi dell'Occidente che una parte del blocco
sovietico.
"Nel settembre del 1956, il direttore dell'agenzia di stampa
ungherese, pochi minuti prima che il suo ufficio venisse
distrutto dall'artiglieria, trasmise al mondo intero per telex
un disperato messaggio sull'offensiva che quel mattino i russi
avevano scatenato contro Budapest. Il dispaccio finisce con
queste parole: 'Moriremo per l'Ungheria e per l'Europa'" viene
ricordato.
Un Occidente prigioniero è apparso per la prima volta in Francia
nel 2021. (ANSA).
Un occidente prigioniero, esce inedito di Kundera in Italia
Il 12 maggio per Adelphi e 17 titoli catalogo in ebook
