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Sordi privato, dagli amori al sogno dell'Oscar

Lo racconta il cugino Igor Righetti in 'Alberto Sordi segreto'

IGOR RIGHETTI, ALBERTO SORDI SEGRETO (RUBBETTINO) -  Il museo nella sua dimora sull'Appia con mostra ad hoc (rimandata per l'emergenza coronavirus), il film tv biografico con Edoardo Pesce andato in onda su Rai1 e il 12 aprile su Sky Arte il documentario 'Siamo tutti Alberto Sordi?'. Sono fra i capitoli della celebrazione del centenario della nascita del grande attore e regista (1920 - 2003). Ora è la volta di 'Alberto Sordi segreto', il primo libro sulla vita privata del grande attore scritto dal cugino Igor Righetti, giornalista, autore, conduttore e docente di Comunicazione, parente da parte della madre dell'attore Maria Righetti.

L'editore Rubbettino anticipa il debutto (inizialmente previsto il 9 aprile): il volume, in attesa che le librerie riaprano, è uscito online il 30 marzo, sul sito dell'editore con uno sconto del 15% e con le copie autografate dall'autore nonché in versione eBook in tutti gli eBookstore online. Un viaggio di scoperta sul grande attore tra amori nascosti, manie, passioni, rimpianti, confidenze su altri protagonisti del cinema italiano (da Manfredi a Verdone) arricchito da foto esclusive, alcune mai viste, provenienti dagli album di famiglia di Righetti e da Reporters Associati & Archivi. Tra le testimonianze nel libro (che ha la prefazione di Gianni Canova) quelle di Patrizia De Blanck che ebbe con Sordi una love story nei primi anni '70; del medico di famiglia e amico Rodolfo Porzio; di vari cugini di Sordi e, fra gli altri, di Rino Barillari, Pippo Baudo, Elena de Curtis (nipote di Totò), Sandra Milo e Rosanna Vaudetti. 

Un ritratto con molti sguardi intimi, dai drammi famigliari alla riservatezza dell'attore sulle donne della sua vita. Non mancano le curiosità come l'abitudine di farsi comprare i vestiti dalla sorella Aurelia o la passione per la tavola: era ghiotto di piatti semplici, pastasciutta (in particolare spaghetti al pomodoro con le polpette), anguria e Nutella (che metteva anche nel caffellatte). "Con la minestra di verdure aveva un pessimo rapporto, dato che era il piatto che la madre gli faceva spesso da bambino a causa delle ristrettezze economiche. Non mangiava mai i funghi in quanto lo terrorizzavano: li riteneva tutti velenosi". Per Righetti, Sordi aveva il rimpianto di non essere stato candidato dall'Italia agli Oscar: "Lui ci sperava ancora ad averne uno. Ci raccontò che Charlie Chaplin lo aveva ricevuto a 83 anni. Alberto, invece, è morto a quasi 83 anni, ma l'ambita statuetta non è mai arrivata". Anche per questo l'autore si è attivato per far valutare all'Academy la possibilità di attribuirgli un Oscar postumo. In carriera Sordi non ha mai voluto interpretare politici, perché "diceva che recitavano già loro e che sarebbe stata una sovrapposizione inutile", spiega Righetti, che offre con il libro anche il cd della canzone che ha dedicato a Sordi, "Alberto nostro", della quale è compositore e interprete assieme a Samuele Socci. Negli anni' 50, la Democrazia Cristiana "gli chiese di fare il sindaco di Roma. Pur cattolico, declinò l'invito. Altre proposte di entrare in politica le ricevette un po' da tutti i partiti. Affermava che nell'Italia politica degli ultimi anni ci fosse tanta mediocrità". E in un'intervista a Donatella Baglivo aveva commentato la scelta di Berlusconi di scendere in campo: "Non gli mancava nulla, era già un uomo di potere, chi gliel'ha fatto fare?". Patrizia De Blanck sottolinea come l'attore, gelosissimo del suo privato, avrebbe preferito la sua casa andasse "a un istituto religioso che accoglieva bambini privi di famiglia. Questo era Alberto Sordi che ho conosciuto io".

Tanti i racconti (a smentire ancora una volta, la maldicenza girata per anni, che fosse avaro) sulla sua grande generosità, come quello di Sabrina Sammarini, figlia di Anna Longhi , alla quale Sordi cambiò la vita, quando, da sarta negli Studi ex Safa Palatino, la scelse per farle interpretare sua moglie in film come 'Dove vai in vacanza?' e Il tassinaro': "Il signor Sordi aiutò tanto mio fratello Maurizio, gravemente malato - - ricorda -. Era molto presente ma voleva sempre restare nell'ombra. Sapeva che mia madre aveva speso tutti i suoi guadagni per le cure di Maurizio (...). A volte il signor Sordi la chiamava anche soltanto per prendere un caffè o un tè da lui oppure, al mattino, andavano in chiesa insieme".
   

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