(dell'inviata Mauretta Capuano)
Alla Buchmesse, con
l'Italia ospite d'Onore, il ministro della Cultura Alessandro
Giuli è venuto "per dire cento e mille volte che il governo è a
fianco delle case editrici e della loro crescita sul mercato
internazionale". Per rilanciare il settore, dopo il taglio del
nastro dello stand collettivo italiano e prima di lasciare
Francoforte, il ministro ha annunciato che a breve ci sarà un
tavolo con gli editori. "Fateci tornare a Roma, verificare un
po' di questioni relative alla legge di bilancio e alle priorità
e poi ci sarà a breve una data per un tavolo con gli editori" ha
detto. "Non mi sto inventando un tavolo che non c'è, dobbiamo
semplicemente accorciare le distanze e stabilire un ordine di
priorità, mettere a conoscenza il mondo dell'editoria di alcune
idee che ha il ministero della Cultura e ascoltare, renderle
compatibili e ripartire di slancio" ha sottolineato. Del resto
il rilancio serve eccome. Oggi i dati Aie certificano che il
mercato dei libri registra per la narrativa e la saggistica
comprata nelle librerie, online e nella grande distribuzione, un
meno 0,1% a valore nei primi otto mesi del 2024 rispetto al
2023, con vendite pari a 915,2 milioni di euro. I dati
confermano la stagnazione, emersa in occasione del primo
semestre. Negli ultimi cinque anni la spesa dei lettori per
l'acquisto di libri di varia adulti e ragazzi è cresciuta di 180
milioni di euro: sono nove milioni di copie di libri in più. Nel
2024 mancano però all'appello, rispetto allo stesso periodo
dell'anno precedente, un milione di copie vendute.
Tra i buoni propositi del ministro dunque, "resistere
affinché la cultura resti al centro dei finanziamenti pubblici
dei nostri governi. Lo ho già detto in Parlamento, il ministero
della Cultura deve lavorare per aiutare l'editoria, le
biblioteche, luoghi dove chi non ha possibilità può trovare un
presidio a disposizione". Il primo atto amministrativo "sarà
dare sostegno alle biblioteche di prossimità. La mia intenzione
è studiare misure di incentivo alla lettura, finanziandola per
esempio con maggiori introiti derivanti dall'eccezionale
crescita degli ingressi nei luoghi della cultura. Bisogna
entrare in una logica diversa da quella della contrapposizione
fra la gratuità e il profitto. Tutto ciò che nella cultura
genera profitto deve essere reinvestito" ha evidenziato il
ministro.
Giuli ha poi ricordato di essere a Francoforte come "ministro
della Cultura da poco tempo, ma anche nella veste di ex
correttore di bozze, traduttore e pony express che andava in
giro per guadagnare un po' di soldini quando ero giovane. Sono
soprattutto qui come un lettore che non ha mai smesso di
coltivare il piacere della lettura che è alla base del valore
culturale".
Convinto che la cultura, "nonostante i tempestosi danni
economici in tutto il mondo, sia un pilastro moltiplicatore di
ricchezza" ha affermato che "come per il cinema e le arti in
generale la cultura non si conta ma si pesa, ha un valore
inestimabile".
Alla seconda volta dell'Italia Paese Ospite d'Onore alla
Buchmesse, dopo 36 anni, il ministro, prima di tornare a Roma ha
voluto ribadire quanto "il governo italiano tenga fortemente al
libro e all'importanza della lettura". Così ha ricordato che "la
Carta Cultura Giovani e la Carta Merito hanno dato buona prova.
È una delle innumerevoli eredità che ho trovato sulla mia
scrivania grazie al lavoro del ministro Sangiuliano. Dobbiamo
fare di più per raggiungere tutto il bacino dei beneficiari".
Spesso, ha ribadito, "un tavolo al quale sedersi, un confronto
ben fissato, sono meglio di tante parole vane. Il ministero
della Cultura è un interlocutore stabile, pieno di ottime
intenzioni. Ricominciamo un dialogo in una circostanza di prima
grandezza. L'occasione è irripetibile. È il momento di
dialogare. Dovremmo essere uniti in una coerenza di fondo per le
sfide che ci attendono".
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