OLIVIER REMAUD, QUANDO LE MONTAGNE
BALLANO (WUDZ, PP. 234, EURO 17) Olivier Remaud, filosofo
francese, esplora e celebra lo splendore della natura nel
poetico saggio-memoir "Quando le montagne ballano", uscito per
Wudz, giovane casa editrice nata con la missione di "contemplare
la realtà per intero, attraverso tante istantanee sul mondo".
Remaud immortala immagini ricche di contrasti, come quelle che
si vengono a creare nel mese di ottobre, quando la montagna "si
colora" e "il fogliame dei larici passa dal giallo oro
all'arancio intenso".
Racconta le sue escursioni prima dell'alba, quando "i pendii
della valle del Cristillan sono ancora avvolti nell'oscurità".
Torcia sulla fronte, abiti contro i morsi del freddo, scarponi
dalla "suola dentellata" ai piedi, si mette in marcia, zaino in
spalla e scorte:"una banana e biscotti d'avena", "semi oleosi,
frutta secca, cioccolato", "bento di riso con verdure, due uova
alla coque, una mela", "molta acqua".
Con sé un insolito compagno di viaggio, Kampos, fossile di
cavalluccio marino: "un giorno lo trovai a terra, solo e sporco,
nel mio bosco". Tra le montagne, Remaud si sente a proprio agio
"come un pesce tra gli scogli" e spiega:"A una certa altitudine,
provo una sensazione marittima e sento onde che colpiscono le
pareti".
Sulla connessione tra acqua e terra, aggiunge:"Vivere un
temporale in montagna è un'esperienza intensa, un vero momento
di intimità. La rabbia del cielo è inclusiva. Ci prende in
braccio e ci imbarca nelle sue acque. Racconta intimamente il
nostro rapporto con il suolo della terra, con le sue impronte,
con i suoi fossili, con il più piccolo dei suoi rilievi".
Andare in alta quota per Remaud non è semplicemente scarpinare
lungo i sentieri, quanto piuttosto osservare e capire come
"emerge la montagna dalla notte", quasi essa fosse una persona
in carne e ossa nell'atto di svegliarsi. La montagna, secondo
Remaud, è un essere "complesso, caotico e carnale".
"Tutto nel sistema Terra interagisce: dalle rocce agli umani,
al suolo, alle nuvole e agli oceani, alle molecole, ai microbi e
ai miceli, alle piante e agli animali" e rammenta ai lettori che
"tutti gli esseri viventi sulla Terra sono collegati da un'unica
corda". La montagna fa miracoli e trasforma, è in grado di farci
"vivere una vita stranamente paziente, quasi priva di scopo",
dice, e alla vista di alcuni camosci, animali che "sanno
affrontare ogni tipo di pendenza e dislivello", Remaud,
"sdraiato sullo strato minerale", immagina di trasformarsi
proprio in uno di quegli animali, di avere "degli zoccoli
rimovibili ai piedi", di "oscillare attraverso le gole più
profonde" e di ballare sulle cime come sanno fare gli "acrobati
circensi". Remaud ricorda, inoltre, Youyou, cane della sua
infanzia. compagno di tante avventure, un amico fedele, il "suo
collegamento con la montagna", la "guida sotterranea", un
"Virgilio sciamanico" perché Youyou conosceva i luoghi della
montagna "dove si aprono botole invisibili verso epoche passate
e universi paralleli".
Remaud celebra la meraviglia del creato con la sapienza dello
scienziato e l'estro del grande narratore.
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