"I 5205 documenti processuali
relativi alla tragedia del Vajont resteranno per sempre
custoditi a Belluno, nell'Archivio di Stato".
Lo comunica il Sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi,
che aggiunge:
"Il decreto, firmato dal Direttore generale Archivi, Antonio
Tarasco, stabilisce la destinazione del fascicolo che,
riportandolo a casa, onorerà la memoria delle vittime e
contribuirà a rafforzare l'identità culturale e la coesione
sociale della comunità bellunese. La memoria è un moto attivo, è
la capacità di dare un luogo fisico alla storia. La
digitalizzazione del fascicolo, inoltre, aiuterà a tenere vivo
quel ricordo per tutti gli italiani".
La copia digitale integrale del fascicolo è consegnata
all'Archivio di Stato de L'Aquila: l'intervento di
digitalizzazione è stato realizzato nell'Archivio di Stato di
Belluno, mentre la pubblicazione nei sistemi archivistici
nazionali è stata curata dall'Istituto centrale per gli Archivi.
Il fascicolo processuale rappresenta una fonte imprescindibile
per la memoria collettiva, riconosciuta anche dall'Unesco che
nel 2023 ha inserito i documenti e i materiali probatori dei
processi penali per il disastro della diga del Vajont del 9
ottobre 1963 nel Registro Internazionale Memoria del Mondo.
Il fascicolo raccoglie 257 buste di documentazione prodotta sia
dal Tribunale di Belluno sia da quello dell'Aquila e dalla Corte
di Appello dell'Aquila dove, tra il novembre del 1968 e
l'ottobre del 1970, si svolse il processo. Tale documentazione
era custodita nell'Archivio di Stato de L'Aquila, dove era
iniziato un intervento di inventariazione e digitalizzazione
sospeso a seguito del grave terremoto che il 6 aprile 2009 colpì
la città.
Per consentire la ripresa delle attività, i sindaci dei Comuni
di Longarone, L'Aquila, la Direzione generale Archivi e i
direttori degli Archivi di Belluno e L'Aquila il 4 dicembre 2009
sottoscrissero un protocollo d'intesa finalizzato al
trasferimento temporaneo nell'Archivio di Stato di Belluno del
fascicolo processuale e alla realizzazione di un archivio con
riproduzione della documentazione relativa al "Fondo Vajont".
Adesso, dopo oltre 3 lustri, le operazioni di digitalizzazione
sono state concluse. Di conseguenza, la Direzione generale
Archivi ha ritenuto di dover affidare in via definitiva
all'Archivio di Stato di Belluno il fascicolo processuale
cartaceo, ormai fruibile da remoto. La presenza della parte
documentale va ad integrare quella delle testimonianze materiali
costituite dai materiali probatori, già disponibili per la
fruizione al Museo del Vajont, ricostituendo, in un percorso
unico, l'unità delle testimonianze e rappresentando un presidio
di memoria nei luoghi del disastro.
Inoltre, l'attuale condizione dell'Archivio di Stato de
L'Aquila, trasferito a Bazzano, nella periferia est della città,
in locali provvisori in attesa dell'adeguamento funzionale della
sede permanente fa sì che il trasferimento del "Fondo Vajont" da
Belluno a L'Aquila, inevitabilmente transitorio, comporterebbe
ulteriori costi, rischiando di pregiudicare lo stato di
conservazione della documentazione cartacea.
"Finalmente, dopo ben 17 anni si conclude il lavoro di
inventariazione, digitalizzazione e metadatazione di tutti gli
atti processuali che testimoniano la tragedia del Vajont. È
stato un impegno notevole da parte dei nostri Archivi e
dell'Istituto centrale degli Archivi che consente a chiunque di
consultare quegli atti anche da remoto", ha commentato il
Direttore generale Archivi, Antonio Tarasco.
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