(di Paolo Petroni)
Nell'ottobre 1986, quattro anni dopo
la morte di Mario Praz, lo Stato italiano concluse il 29 ottobre
l'acquisto delle sue collezioni e del suo archivio, di cui è
stata affidata la cura alla Fondazione Primoli, che ha aperto il
museo a lui intitolato nell'appartamento che abitò a palazzo
Primoli e ora ha da poco conclusi anche i lavori di inventario,
riordino e classificazione di tutto l'archivio dello studioso,
avviato nel 2020, interrotto e ripreso solo nel 2022.
Per l'occasione, a quaranta anni dalla sua morte, la
Fondazione ha promosso per giovedì 12 ottobre una giornata di
studi dal titolo ''Dietro la scena. Le carte e i luoghi
dell'archivio Praz'' nella sede della Primoli in Via Zanardelli
a Roma, organizzando una decina di interventi di studiosi con
l'intenzione di mettere in luce aspetti poco conosciuti della
figura dello studioso, a partire dai suoi appunti e dalle sue
carte, per delineare le sue modalità di lavoro e la genesi delle
sue opere, aprendo a nuove prospettive di ricerca. A parlare
saranno anglisti, italianisti, storici dell'arte, oltre agli
archivisti che si sono occupati delle carte (principalmente
legate ai lavori scientifici dello studioso e alla sua
biblioteca) e di coloro che ne hanno studiato l'archivio
personale, conservato al Museo Praz. Le diverse relazioni
verranno raccolte in un volume che comprenderà anche
l'inventario del fondo archivistico. Per l'occasione ci sarà una
visita guidata al Museo, in collaborazione con la Direzione dei
Musei Statali della città di Roma.
Mario Praz, scrittore e anglicista di fama internazionale
nato a Roma il 6 settembre 1896 e scomparso il 23 marzo 1982,
figura eminente per la ricchezza delle letture, la finezza della
scrittura critica, l'inesauribile erudizione e memoria delle
arti, bibliomane e appassionato collezionista d'antiquariato,
come dimostra il Museo Praz, che espone una raccolta di
carattere europeo composta di oltre 1.200 pezzi, raccolti
nell'arco di una vita in numerosi viaggi. Vi sono mobili
inglesi, bronzi francesi, malachiti russe, cristalli boemi,
porcellane tedesche, vedute di città italiane ed europee,
ritratti delle famiglie regnanti, dai Borbone ai Bonaparte, e
quelli di tanti sconosciuti vissuti nel XIX secolo. Tutto oggi
ricollocato con la stessa disposizione datale dal Collezionista
negli ambienti dove egli visse nei suoi ultimi anni.
Nato a Roma Praz fece gli studî a Firenze con Giorgio
Pasquali e Ernesto Giacomo Parodi, col quale nel 1920 discusse
una tesi sulla lingua di Gabriele D'Annunzio. E' il periodo in
cui Praz si dedicò allo studio dell'inglese e cominciò a
frequentare per interesse personale, insieme all'amico Bruno
Migliorini, le lezioni di critica e filologia letteraria di
Cesare De Lollis. Risalgono a questi anni le prime recensioni e
i primi saggi. Nel 1923 si recò a Londra con una borsa di studio
e lavorò nel British Museum; dal 1924 al 1932 tenne la cattedra
di italiano nell'università di Liverpool e dal 1932 al 1934 in
quella di Manchester. Sempre viaggiando molto, dal 1934 divenne
docente di Lingua e letteratura inglese alla Sapienza di Roma
dove rimase sino al 1966, dedicandosi alla creazione della prima
scuola scientifica di anglistica in Italia, che formerà tra gli
altri anche Vittorio Gabrieli, Agostino Lombardo, Giorgio
Melchiori, Gabriele Baldini e Masolino d'Amico. La sua è una
bibliografia sterminata e c'è chi parla di oltre 2500
pubblicazioni, da ''Machiavelli e gli Inglesi dell'epoca
Elisabettiana'' 1928 a ''La carne, la morte e il diavolo nella
letteratura romantica'' 1930; ''Gusto neoclassico'' 1940; ''La
poesia metafisica inglese del seicento - John Donne'' 1945; ''La
crisi dell'eroe nel romanzo vittoriano'' 1952; ''La casa della
vita'' 1958; ''Mnemosine: parallelo tra la letteratura e le arti
visive'' 1971.
Giovedì mattina la giornata di studi sarà aperta
dall'archivista Giovanna Robustelli. Seguiranno relazioni della
studiosa Antonella Barina; Raffaele Manica dell'Università Tor
Vergata; Benedetta Bini dell'Università della Tuscia; Francesca
Condò, direttrice Museo Praz; Richard Ambrosini dell'
Università Roma Tre; Piero Boitani della Sapienza; Graziella
Pulce, scrittrice e critica; Patrizia Rosazza-Ferraris,
direttrice emerita del Museo Praz e Paolo Castelli, storico
dell'arte.
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