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Giancarlo De Cataldo "Il mio cold case nella Roma di Fellini"

Giancarlo De Cataldo "Il mio cold case nella Roma di Fellini"

Esce 'Dolce vita, dolce morte' . Lo scrittore "Mi ispiro ai caratteri umani"

ROMA, 22 ottobre 2022, 11:33

di Marzia Apice

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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GIANCARLO DE CATALDO, DOLCE VITA, DOLCE MORTE (Rizzoli, pp.160, 14 euro). "Mi interessano i caratteri umani e le loro interazioni, sono la mia ispirazione. Parto sempre da lì quando scrivo, e l'ho fatto anche stavolta, pensando a una ragazzina tedesca dall'aria eterea, che inquieta si aggirava per la Roma degli anni '60": Giancarlo De Cataldo inizia così a raccontare all'ANSA le suggestioni che lo hanno spinto a scrivere "Dolce vita, dolce morte", breve romanzo edito da Rizzoli nella collana Novelle nere. In un esplicito omaggio a Federico Fellini (nel titolo e nell'incipit, "Marcello! Marcello! Marcello, please, wake up! Marcelloooo…", rievocando il film "La Dolce Vita" anche nel nome del protagonista), De Cataldo si ispira in questa storia a un vecchio cold case, quello dell'omicidio di Christa Wanninger, avvenuto a Roma nel 1963. "Ci sono delitti che ci colpiscono più di altri, e di questo avevo già scritto in passato in un articolo", prosegue De Cataldo, che a novembre debutterà in seconda serata su Rai1 con il programma "Cronache criminali", "nello sfondo della Dolce Vita, alla vigilia della rivoluzione sessuale, ho immaginato questa ragazza ingenua, ma comunque disposta a farsi strada, l'ho vista come se fosse una preda facile per una città tentacolare e molto italiana come Roma". La Capitale è da sempre fonte di ispirazione per lei: lo è stata in passato per i suoi più grandi successi - da "Romanzo Criminale" a "Suburra" -, lo è in questo ultimo lavoro, anche se con uno sguardo nostalgico e appassionato verso il passato, e anche ne "La svedese", romanzo edito da Einaudi nel giugno scorso, che invece inquadra la città nel presente. "Subisco il fascino di Roma da sempre, non mi stanca mai", spiega, "in questo breve romanzo racconto la città che ho conosciuto da ragazzino, quando mio cugino mi portava sulla sua MG rossa nel centro storico. Mi piace tornare sui luoghi del passato e vedere come sono cambiati. All'epoca in macchina si poteva andare dappertutto e quella stagione della Dolce Vita è stata irripetibile, nel bene e nel male. Erano gli anni del boom economico, eravamo in espansione ma la presunzione forse eccessiva di allora l'avremmo pagata poi. Però c'era l'avanguardia nell'arte, c'era Fellini, la commedia all'italiana, c'erano scrittori come Moravia e Pasolini... io ho fatto in tempo a conoscere qualcuno di quei grandi e al pensiero di loro mi sento ancora molto piccolo". Impegnato anche nello story editing (con Carlo Bonini) di "Suburraeterna", serie Netflix tratta dalla sua opera letteraria che si sta girando a Roma ("ma questa serie è in realtà un prequel", sottolinea), lo scrittore afferma di essere abituato ai "tradimenti necessari che ci sono sempre nel passaggio dalla letteratura a tv e cinema. Bisogna saperlo, la pagina scritta ha una sua forza e l'immagine ne ha un'altra. Non ha senso che uno scrittore non riconosca questa cosa, è normale". Intanto, si sta preparando per il debutto in tv a novembre su Rai1 con il nuovo programma "Cronache criminali". "Non farò fiction, presenterò vari casi criminali risolti o archiviati, che però sono entrati in risonanza con le nostre inquietudini per la loro capacità di raccontare un'epoca", spiega, "non ci sarà una ricostruzione di come sono andati i fatti, ma un discorso che cerchi di spiegare perché quel delitto è successo proprio in quella specifica stagione e perché ci ha colpito. Useremo filmati d'epoca, interviste e anche materiali girati adesso". "Inizieremo con il caso di Terry Broome (modella americana che uccise a colpi di pistola il quarantenne Francesco D'Alessio, figlio di un noto avvocato, ndr), delitto emblematico della Milano da bere", racconta ancora lo scrittore, "era il 1984, l'Italia era uscita dal terrorismo, c'era voglia di divertirsi, la moda diventava mito, ed esplose il narcisismo. Quel crimine svela proprio quell'epoca".

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