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Sapelli, solo l'innovazione salva, tecnologica e morale

Sapelli, solo l'innovazione salva, tecnologica e morale

Europa torni centrale, Cina ha imboccato declino

TRIESTE, 26 maggio 2022, 10:53

Redazione ANSA

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(di Francesco De Filippo) GIULIO SAPELLI, 'NELLA STORIA MONDIALE. STATI MERCATI GUERRE' (Guerini e associati. Pp. 338, Euro 24,50). "L'innovazione globalmente intesa, dalla tecnologia alla morale, è la sola via di salvezza". Ne è convinto lo storico ed economista Giulio Sapelli, poggiando la sua determinazione su vari elementi che analizza in un libro di respiro mondiale, denso di acute riflessioni frutto di una approfondita consapevolezza storica.
    Le considerazioni: l'unica globalizzazione realizzata è quella finanziaria, l'Europa non ha saputo darsi una Costituzione, "i partiti si sono sgretolati, eccetto in Germania e in Scandinavia" con "indebolimento delle strutture statali weberiane". Il cuore della crisi mondiale è in Europa e il rischio è di essere "riscagliati al Trattato di Verdun".
    Scritto prima della guerra russo-ucraina, il libro non prevedeva una geopolitica ribaltata e in un istante. Ma rimane la giustezza dell' assunto: Sapelli dice che la "disintegrazione europea si consuma con il sistema a cambi fissi tramite una moneta unica che agisce senza unità politica, senza sistemi fiscali integrati, senza welfare concordati con la 'sregolazione' finanziaria che gioca contro gli Stati con la speculazione sul debito". E suggeriva che "solo una 'entente cordiale' tra Usa e Russia" avrebbe potuto "superare l'unipolarismo e la spropositata forza della finanza sregolatrice". Progetto per il momento irrealizzabile. "Solo un'Europa che integri in sé la Russia potrebbe svolgere il compito egemonico per porre sotto tutela e sotto stabilizzazione - alternando interventi militari e diplomazia e accordi commerciali - un'area destinata a essere centrale per la sopravvivenza dell'Europa, dal punto di vista della sicurezza interna e per il suo sviluppo per il 'reservoir' di energia nell'area". E' invece già realtà l'altra metà del piano: una "entente cordiale", tra l'Europa e gli Usa, prodromica alla stabilità internazionale minacciata dal tentativo egemonico cinese. Sapelli su Pechino ha un parere inusuale: la Cina sta "crollando sotto il peso delle intime contraddizioni".
    Inaugurata "una nuova guerra fredda, con la Cina come bersaglio", gli Usa non potranno avvicinarsi alla Russia di Putin, come auspicava l'economista. Che vaticina un futuro terrificante: "La politica di Xi rende inevitabile prima o poi una guerra con gli Usa". Jinping avrebbe condotto la Cina in un 'cul de sac': non si è formata una borghesia agraria e le città sono piene di clandestini che non possono consumare come dovrebbero le masse inurbate. "La decadenza inizia per la sovrapacità produttiva di beni strumentali ingigantita dalla rivoluzione disastrosa della finanza che ha sconvolto equilibri secolari, mentre creava asimmetrie mondiali con l'entrata dell'Impero di Mezzo nel Wto nel 2001". Sapelli confuta anche l'ipotesi di Stati Uniti ostaggio della Cina in quanto detentrice di parte del debito pubblico: Pechino "non può liberarsi di tale fardello perché è quello che le consente di sopravvivere nella crisi ed è, del resto, solo il 4% del debito Usa. Il dragone non può nutrire il suo popolo senza cooperare per creare un'industria moderna che non ha e che può darle l'Occidente capitalista".
    L'Europa riuscirà a ritagliarsi un ruolo, se non egemonico almeno autonomo? Sì, ma a dure condizioni. "Dovremo ritrovare la forza di piegarci sullo studio e sulla meditazione morale e filosofica metafisica", ritrovando il pensiero sociologico tedesco, tra fine '800 e inizio '900: Gemeinschaft (comunità) nella Gesellschaft (società)". Occorrerà sostituire le forme di statualità e giustizia sociale. E, da un punto di vista militare, bisognerà dispiegarsi sul mare. "Oggi l'anomia - vivere senza credere in nulla - conforma ciò che rimane del popolo: è il prodotto di uno Stato senza comunità, perché senza legittimazione democratica, per via del potere tecnocratico, che promana dall'alto". Si sta costruendo inequivocabilmente un nuovo ordine mondiale", ma non per le finalità sperate da Sapelli.
   

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