(di Elisabetta Stefanelli )
(ANSA) - VENTOTENE, 12 MAG - "Sento che in questo momento c'è
nel nostro mondo democratico una volontà di non ascoltare la
diversità che proprio non mi aspetterei. Trovo assurdo che se si
tenta di parlare di pace si viene bollati come pro russi. In
tempi di guerra è sempre stato fondamentale capire l'avversario
per capire le sue mosse. Oggi questo non sembra più possibile".
Lo dice Paolo Rumiz, giornalista e scrittore ospite
dell'incontro conclusivo del Ventotene Europa festival
organizzato da La Nuova Europa a cui hanno partecipato i ragazzi
di scuole provenienti da Berlino, Parigi, Varese e Roma.
Nell'anno europeo dei giovani i ragazzi hanno intervistato
Rumiz, autore del poema Canto per Europa pubblicato da
Feltrinelli. Parlando delle polemiche mediatiche che
accompagnano il conflitto in Ucraina, Rumiz sottolinea che
''portare avanti l'iniziativa diplomatica è sempre stato
prioritario per l'Europa, magari anche evitando clamorose
definizioni del nemico come hanno fatto Biden o lo stesso Di
Maio. Giocare il ruolo di mediatori è esprimere la nostra
essenza europea. Noi siamo figli della Grecia e tutto quello
che sta accadendo è assurdo". Per questo a suo avviso lo scontro
mediatico in corso, ad esempio su chi invitare e chi no ai talk
show, "è assurdo e con effetti negativi sul pubblico italiano.
Essere contro personaggi anche discutibili come Orsini e
demonizzarli trasformandoli in perseguitati è in qualche modo
legittimarli, facendo pensare che abbiano ragione". Insomma per
Rumiz "in questo momento la democrazia sembra mettersi sullo
stesso piano della dittatura".
Rumiz al contrario è convinto che "l'Europa è figlia
dell'Asia e negarlo è un matricidio". Per questo ha voluto
raccontare, in forma di poema e in endecasillabi, un viaggio
epico e mitologico contemporaneo nel Mediterraneo. "Canto per
Europa nasce dalla Brexit, quando un mio amico che è anche
skipper mi ha proposto di attraversare il nostro mare tra la
Grecia e il Libano sulle rotte d'Europa. Ho capito così fino in
fondo che l'essenza dell'Europa è femminile e asiatica. Asiatici
sono i popoli che hanno costituito l'Italia. Per noi è un
matricidio negare questo legame così come per la Gran Bretagna
negare quello con il mediterraneo". Ora il Canto per Europa è
anche un'opera teatrale, perché "leggerla ad alta voce aiuta la
comprensione di un testo non certo facile, che non va ruminato
in silenzio ma in una oralità che salva la letteratura". Una
salvezza e una comprensione che per Paolo Rumiz viene sempre e
in ogni caso dall'attraversamento lento e senza zavorre. "Quando
si viaggia bisogna sempre portare la stessa valigia e deve
essere piena di doni. Quando qualcuno ti dà qualcosa tu devi
immediatamente contraccambiare e così la valigia rimane sempre
con lo stesso peso". La metafora per lo scrittore è metafora
della vita: "l'ho capito una volta andando in mongolfiera:
bisogna lasciare tutto l'inutile a terra per potersi librare in
aria". E quando invece si sta sul terreno "bisogna mimetizzarsi
come faccio io, cappello da ebreo o arabo, rosario in mano, a
compensare i miei occhi ed i miei abiti europei perché chiunque
sia curioso mi rivolga la parola per primo anche in luoghi
ostili. E così io capisco il vento che tira, perché è in strada
che si coglie quello che avverrà ". (ANSA).
Paolo Rumiz, oggi la democrazia non ascolta la diversità
Il giornalista e scrittore al Ventotene Europa festival
