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>>>ANSA/Atwood, guerra in Ucraina è salto indietro, al nazismo

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In diretta Fb Il Libraio con Murgia, "ma resistenza sarà forte"

ROMA, 04 marzo 2022, 16:46

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(di Mauretta Capuano) Si sente "riportata all'ansia terribile" che ha vissuto ai tempi del nazismo Margaret Atwood, la scrittrice canadese, più volte candidata al Premio Nobel e due volte vincitrice del Booker Prize, in questi giorni terribili di guerra in Ucraina. "Mi sono sentita ributtata all'indietro, ho sentito che stavo assistendo a qualcosa di già visto. Sono nata nel novembre del '39 e tutta la mia infanzia l'ho trascorsa durante la seconda guerra mondiale. Ricordo bene le notizie dell'invasione lampo della Polonia da parte della Germania nazista. Sembra che siamo di fronte ad un'operazione militare che ricorda molto quell'invasione, con l'unica differenza, non trascurabile, che per il momento la Russia non ha raso al suolo le città dell'Ucraina cosiì come le truppe naziste della Germania fecero con le città polacche" ha spiegato la Atwood nella diretta di un'ora sulla pagina Facebook del Libraio, condotta da Michela Murgia per l'uscita il 3 marzo del suo nuovo libro 'Questioni scottanti', pubblicato da Ponte alle Grazie in contemporanea mondiale con Canada, Usa e UK. Ma la scrittrice prevede "che qualora l'Ucraina venga occupata militarmente il movimento di resistenza ci sarà e sarà forte".
    Partendo dalle questioni approfondite nelle 670 pagine del libro che raccoglie saggi d'occasione, interventi e discorsi sulla letteratura, l'ambiente, il femminismo e l'attualità scritti dalla Atwood negli ultimi vent'anni, la scrittrice canadese si è mostrata ancora una volta una lucida e scomoda testimone dei nostri tempi. Dal grande direttore d'orchestra Valery Gergiev al quale "si poneva una scelta molto chiara: se si pronunciava pubblicamente contro la guerra non sarebbe mai potuto tornare in Russia", al rapporto tra uomo e ambiente, all'importanza di difendere i valori della democrazia fino alle utopie e distopie che accompagnano la nostra storia la Atwood ha lanciato un invito a essere realistici e a non piegarsi mai alla censura. "Non bisogna fare di tutta l'erba un fascio ed è sbagliato fare confusione tra la persona, l'artista e il regime del suo Paese" ha detto della russofobia che si sta sviluppando anche in ambito culturale. Lei lavorerebbe per il governo? "No. C'è un detto in inglese secondo il quale 'chi paga il musicista poi decide la musica'. E io la mia musica non la faccio decidere a nessuno. Il mio datore di lavoro è il mio lettore, la mia lettrice". E sulla messa in discussione della democrazia: "Ci sono tanti che si sono sprecati a dire la democrazia non funziona più. Magari ci saranno dei difetti, ma questi sono i valori che dobbiamo sostenere e lo vediamo in questi giorni. C'è gente che sta morendo per quei valori". Conosciuta per le sue posizioni ambientaliste, delle ipotesi più catastrofiche ha spiegato: "Mi turberebbe scrivere di un mondo senza esseri umani, ma è possibile che questo mondo rimanga senza di loro, basta vedere cosa stiamo facendo agli oceani e ai mari". Di distopia-utopia la Atwood ha scritto molto e spiega: "Questi due mondi non sono mai disgiunti. La dialettica fra utopia e distopia si è mossa attraverso la storia e il tempo. Abbiamo tanti esempi di mondi e situazioni cominciati come utopie che poi sono precipitate nella distopia".
    La scrittrice pensa anche "che il linguaggio sia intrinsecamente morale e da questo non si sfugge. L'essere umano pensa in modo narrativo e le nostre storie sono morali". "L'unica cosa che non si può imporre a un artista è che cosa scrivere. Nel momento in cui provano a dettarti che cosa scrivere, il gioco cambia, diventa censura e io la rifiuto".
    Per orientarci nella vita, secondo la Atwood, non ci resta che uno strumento: "Verificare ogni volta i fatti. Controllare se ciò che ci dicono o dicono di noi è vero. Tutto il resto sono grida al vento. Le cose che contano si fondano su verità e realtà ed è dimostrabile che le donne non sono più stupide e più deboli degli uomini" sottolinea.
   

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