"Il simbolo della libertà in una
società è sempre la letteratura. Quando c'è libertà la
letteratura fiorisce e quando viene meno soffre moltissimo". Lo
ha detto il Premio Nobel Mario Vargas Llosa, attesissimo a 'Più
libri più liberi' alla Nuvola dell'Eur a Roma dove è stato
protagonista, nel secondo giorno della Fiera della piccola e
media editoria, di un appuntamento speciale in cui, per il
ritorno del nuovo Premio 'IIla-Letteratura 2021, ha premiato la
scrittrice Samanta Schweblin per l suo libro 'Kentuki' (Sur) e
la traduttrice Laura Scarabelli per la traduzione di
'Manodopera' (Alessandro Polidoro Editore) di Diamela Eltit.
"Credo che la libertà sia inseparabile dalla letteratura. In
alcuni paesi in cui ci sono certi sistemi di censura e quella
libertà viene pregiudicata la letteratura si impoverisce" ha
spiegato lo scrittore Premio Nobel che ha raccontato i
retroscena del suo romanzo 'Tempi duri' (Einaudi).
"Durante la pandemia, in cui siamo stati costretti a essere
reclusi in casa, molti hanno riscoperto il valore della
letteratura. In molti paesi hanno venduto più libri. La cultura
crea sensibilità" ha spiegato all'ANSA Vargas Llosa che è molto
felice che i suoi libri siano apprezzati in Italia. Un Paese che
"mi piace molto anche se, ogni volta, sono stato in visita per
poco tempo. Apprezzo il paese, la gente, gli italiani mi
divertono molto" ha spiegato. E, a margine dell'incontro che si
è concluso con una mini protesta di tre signore, ha raccontato
che ora sta lavorando a un saggio su un narratore spagnolo che è
stato molto importante per la Spagna, però poco conosciuto nel
resto d'Europa, Benito Perez Galdos di cui ricorrono i 200 anni
dalla morte adesso".
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