(di Anna Lisa Antonucci)
Soli, senza parenti, denutriti,
malati nel fisico e nella psiche, alcuni dei bambini
sopravvissuti ai campi di sterminio nazisti furono accolti in
Inghilterra, alla fine della guerra, in una grande casa di
campagna a Lingfield, nel Surrey, alla periferia di Londra. La
casa era di proprietà di Sir Benjamin Drage, un importante
proprietario di negozi di mobili, membro di spicco della
Sinagoga di West London. Nel 1945 la famiglia Drage offrì l'uso
della casa come parte del programma che consentiva ai bambini
sopravvissuti all'Olocausto di entrare in Gran Bretagna. Ad
occuparsi del recupero di questi bambini traumatizzati sarà Anna
Freud, figlia dello psicoanalista, insieme ad Alice Goldberger.
Entrambe si spenderanno con grande impegno anche per ritrovare i
familiari di questi bambini, sparsi per il mondo.
Ad accendere la luce su questa pagina di storia che fa
seguito all'Olocausto, ancora non molto conosciuta, è il libro
di Titti Marrone 'Se solo il mio cuore fosse pietra', edito da
Feltrinelli, in libreria il 20 gennaio, che in maniera romanzata
racconta le incredibili vicende dei venticinque bambini ebrei
sopravvissuti ai lager, agli orfanotrofi e ai nascondigli,
accolti nel cottage di Lingfield, a cui Anna Freud e Alice
Goldberger cercheranno di restituire l'infanzia. C'erano solo
piccoli frammenti per ricostruire da dove venivano quei piccoli,
che cosa avevano visto, sentito, vissuto, chi era la madre, chi
il padre. Ciascuno dei piccoli reduci dai campi di sterminio,
venticinque bambini tra i quattro e i quindici anni, ha una
storia diversa, terribile e speciale, ciascuno viene da un
proprio personale inferno. A Lingfield dunque si lotta per
restituire loro un'infanzia. Nel centro vengono messe in pratica
le più recenti acquisizioni della psicologia infantile, della
pedagogia e dell'arte, nell'estremo tentativo di salvare la vita
a bambini che hanno vissuto lager, orfanotrofi e conventi e
nascondigli dove i genitori li hanno lasciati durante la guerra,
nell'estremo tentativo di salvar loro la vita. Il libro ci fa
conoscere Gaudi che con lo scorrere delle stagioni abbandona la
mania di nascondere il cibo, ci racconta gli incubi di Berl e ci
mostra la presenza della morte nei disegni di Denny per spiegare
come a poco a poco l'obiettivo più difficile, recuperare la
fiducia negli adulti, si realizzi.
Titti Marrone scava nella Storia, apre gli archivi, incrocia
documenti, foto, diari e lettere per trasporre in un romanzo la
coraggiosa e commovente esperienza di Lingfield. La sua penna
segue con delicata pazienza l'incontro con l'infanzia di ciascun
bambino, l'affiorare di traumi e ricordi dolorosi, il
progressivo sciogliersi dei nodi più stretti. Fino all'inizio
delle loro seconde vite. Come è accaduto a Tatiana e Andra
Bucci, le due sorelle tra i pochissimi testimoni viventi
dell'Olocausto. Tatiana e Andra Bucci, ogni volta che
accompagnano le scolaresche nei viaggi della Memoria ad
Aushwitz, raccontano come dopo la liberazione dal campo di
sterminio nel gennaio 1945 furono portate in un orfanatrofio a
Praga per poi approdare a Lingfield ''dove - spiegano - abbiamo
ricominciato a vivere. Lì ci siamo finalmente riappropriate
della nostra infanzia fino ad allora perduta e rubata''. Ma Anna
Freud e Alice Goldberger per loro hanno fatto anche di più, sono
riuscite a rintracciare la loro madre che era stata internata in
un altro campo nazista e a fare in modo che ciò che restava di
quella martoriata famiglia ebrea potesse riunirsi.
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