La legge sul libro e il bonus 18App
hanno attutito l'impatto degli effetti peggiori dell'emergenza
sanitaria sulle librerie di prossimità: grazie alla loro
introduzione il 35% delle attività dichiara di aver incrementato
le proprie vendite. Ma sui libri scuola cresce l'insoddisfazione
delle famiglie e pesa l'aggravio economico: una famiglia su due,
cioè il 53%, richiede infatti un bonus statale che faciliti
l'accesso a queste spese. È il dato che emerge da un sondaggio
tra librai e lettori, condotto da Swg per il Sindacato Italiano
Librai Confesercenti, diffuso in occasione del convegno "Il
mercato dei libri tra pandemia, legge sulla lettura e riforma
della scolastica", organizzato da Sil oggi a Roma.
In particolare, solo il 9% dei librai ha continuato a
registrare perdite di clienti dopo l'introduzione del bonus
18App e delle nuove regole sulla scontistica arrivate con la
Legge sul Libro. Anche per chi non ha visto un aumento netto
delle vendite, l'esperienza è stata comunque positiva: il 32%
dei librai dichiara di aver guadagnato nuovi clienti, il 16% di
aver visto tornare vecchi clienti che si erano allontanati e il
13% (grazie soprattutto al bonus 18App) ha registrato un aumento
di giovani.
L'impatto negativo dell'emergenza sanitaria comunque c'è
stato e ha riguardato soprattutto l'accelerazione della
concorrenza online dovuta alle restrizioni dei punti vendita
fisici. Prima della pandemia il 47% dei consumatori acquistava
libri soprattutto presso librerie di prossimità, mentre il 28%
lo faceva presso una grande libreria di catena o all'ipermercato
e solo il 25% online. Dall'inizio della pandemia ad oggi,
invece, la percentuale di acquirenti online è quasi raddoppiata,
arrivando al 43%, mentre la quota di clienti di grandi librerie
e ipermercati è scesa al 15%. Un calo che ha coinvolto anche le
librerie di prossimità, che hanno visto ridursi il proprio
market share dal 47% al 33%. A spingere i lettori verso l'online
la comodità del servizio per il 72% del campione, ma anche la
percezione di un prezzo più conveniente (44%) e - in modo
rilevante - anche l'impossibilità di accedere ad un punto di
vendita fisico, ragione sottolineata dal 29% dei consumatori.
Anche online, però, si cerca la carta: il 75% ha acquistato
almeno un libro cartaceo, contro un 45% che ha preso un ebook e
solo il 6% che si è rivolto ad un audiolibro. A far resistere le
librerie di prossimità, invece, sono soprattutto posizione e
qualità del servizio: il 37% le sceglie perché vicine, ma il 30%
invece per la specializzazione e il 28% per la competenza del
personale, tanto che il 45% dei consumatori ritiene che le
piccole librerie siano ancora indispensabili per scegliere buone
letture.
Certo è che le librerie non sono rimaste con le mani in mano,
ma hanno affrontato la sfida posta dall'emergenza con
l'innovazione di servizio. Dall'inizio della pandemia, il 71%
delle piccole librerie di prossimità e delle librerie
indipendenti ha attivato un servizio di consegna a domicilio, il
23% aperto o rinnovato un sito per la vendita online, il 42% ha
aderito ad un network di vendita online, come Bookdealer e Libri
da Asporto, e un 19% si è rivolto a marketplace nazionali come
Ibs o internazionali come eBay e Amazon.
La centralità delle librerie di prossimità nel mercato
editoriale è confermata anche per la distribuzione di libri di
testo scolastici. Le librerie sono infatti il canale più scelto
dal 37% delle famiglie, anche più dell'online (25%) e dei canali
della grande distribuzione (19%) e dell'usato/scambio con altri
studenti (19%). Un sistema che per ora tiene, ma
l'insoddisfazione delle famiglie è in crescita: il 39% ritiene
che la distribuzione di libri per la scuola sia insoddisfacente,
perché si riscontrano ogni anno ritardi e disservizi.
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