Torna dal 23 al 26 settembre, per
la 12/a edizione, la Festa del Libro Ebraico, uno dei principali
eventi culturali ideato e organizzato dal Museo Nazionale
dell'Ebraismo Italiano e della Shoah-Meis di Ferrara. Attraverso
presentazioni di libri, incontri, performance live, proiezioni e
concerti, il festival letterario ha permesso a migliaia di
persone di entrare in contatto con la ricchezza culturale
dell'Ebraismo e si è confermato un appuntamento fisso per la
città estense.
Il giardino del Museo ospiterà sotto la sukkah, la
tradizionale capanna costruita in occasione della festa ebraica
di Sukkot, decine di ospiti, dallo scrittore israeliano Eshkol
Nevo al professor Luciano Canfora, dall'ex premier Romano Prodi
agli scrittori Igiaba Scego ed Alessandro Piperno. Il tema
conduttore è la 'casa', forse la parola più pronunciata in
questi mesi: per l'Ebraismo la casa è uno strumento di elezione
per la trasmissione dell'identità e dei valori, una risorsa che
ha permesso la sopravvivenza di un popolo in diaspora. Il
vocabolo in ebraico usato per indicarla è Bayit, la cui lettera
iniziale - Bet - è la prima consonante dell'alfabeto e ha una
forma chiusa su tre lati, simbolo di protezione ma anche di
permeabilità culturale.
"La Festa del Libro Ebraico - spiega il presidente del Meis,
Dario Disegni - è uno degli eventi cardine che rappresenta il
cuore e la missione del Museo. Per il secondo anno consecutivo,
nonostante le difficoltà e i limiti imposti dalla pandemia, non
abbiamo voluto rinunciare a un festival che porta con sé il
valore inestimabile della cultura. Questi tre giorni saranno una
vera e propria Festa di nome e di fatto, che celebra il libro,
l'identità ebraica e il dialogo".
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