Il corpo parla, racconta, non
dimentica. Le emozioni si fanno carne, le riflessioni si
tramutano in segni e le storie lasciano cicatrici. In
un'autobiografia coraggiosa e inaspettata, 'Come carne viva', in
uscita il 5 ottobre per Rizzoli, Francesca Neri si mette a nudo,
mostrando il suo lato più intimo e sconosciuto al pubblico.
"Sono una persona nuova, e stranamente più che mai sono la
persona di prima - prima di tutto, prima della malattia, prima
dei lutti, prima della maternità, prima della passione, prima
del cinema, nuda e cruda, appena data alla luce", scrive.
Attrice e produttrice cinematografica, nella sua carriera
Francesca Neri ha lavorato con i più grandi registi italiani e
stranieri. Francesca, ragazza ipersensibile e avventurosa,
appena può scappa da Trento e dalla claustrofobica vita di
provincia per trasferirsi a Roma. Qui, mentre la sua famiglia la
immaginava avvocato, studia cinema, scopre di essere una brava
attrice, e raggiunge il successo. Inizia così una corsa a
perdifiato verso il prossimo film, il prossimo premio, la
prossima sfida, il prossimo red carpet. A fermare tutto ci pensa
il suo corpo, quello stesso corpo idolatrato da registi e da
migliaia di spettatori. Una malattia cronica e invalidante la
costringe a fermarsi per alcuni anni e restare chiusa dentro una
stanza di casa sua. Una chiusura fisica ed emotiva che la
obbliga a riconoscere il suo lato oscuro. È tramite il corpo che
le emozioni parlano, i riflessi sulla carne si convertono in
segni e le storie lasciano cicatrici.
Attraverso un viaggio attorno e dentro il suo corpo Francesca
parla, racconta, non dimentica. E decide di scrivere di sé. Ogni
organo, ogni osso, ogni fazzoletto di pelle è collegato a una
delle esperienze che l'hanno resa la persona che è oggi.
L'infanzia quasi felice, l'irriducibile distanza dalla madre,
che ha scambiato la sua ipersensibilità per follia. Il
trasferimento a Roma e la scoperta di un altro mondo e un'altra
sé. Le collaborazioni con i più grandi registi e i film che
hanno fatto la storia. L'amore romantico, che nutre e ferisce,
l'amore materno e totalizzante per il figlio, l'amore per la
famiglia che ci si sceglie. E poi la malattia: le urla
silenziose di un corpo che ha bisogno di essere ascoltato, di
un'anima che necessita di essere capita, che reclama del tempo.
E poi finalmente la rinascita, dalla quale Francesca esce come
una donna libera: libera dal bisogno di dimostrare nulla ad
alcuno, libera dalla necessità di compiacere tutti, libera e
disposta a diventare davvero se stessa.
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