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Philip Roth morto due volte, bloccata la biografia

Philip Roth morto due volte, bloccata la biografia

L'autore accusato di stupri, casa editrice ferma il bestseller

NEW YORK, 22 aprile 2021, 17:07

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(di Alessandra Baldini) Philip Roth è morto due volte: tre anni dopo la scomparsa dello scrittore, la casa editrice W.W. Norton ha fermato la distribuzione e ogni tipo di pubblicità della sua biografia dopo che l'autore, Blake Bailey, è stato accusato di abusi sessuali e almeno due stupri. "Philip Roth: The Biography" era uscita negli Usa il 6 aprile approdando due settimane dopo nella classifica dei libri più venduti. Per Bailey, che ci ha lavorato per anni avendo avuto pieno accesso a parenti, amici, ex amanti, diari, lettere e altri documenti di archivio, era stato l'apice del lavoro da biografo.
    "Le accuse che lo riguardano sono gravi", ha fatto sapere W.W. Norton prendendo l'insolita decisione di bloccare un bestseller per il quale aveva pagato un anticipo "a sei cifre": dopo le 50 mila copie della prima edizione, una seconda tiratura di diecimila è stata fermata assieme a tutte le attività promozionali, interviste e book tour.
    L'accusa più recente riporta al 2015: Valentina Rice, una executive del libro, ha detto al "New York Times" di esser stata stuprata dopo esser rimasta a dormire a casa di Dwight Garner, il critico letterario del quotidiano, che aveva invitato anche Bailey a fermarsi dopo cena. Altre accuse risalgono a quando, negli anni Novanta, il futuro biografo di Roth insegnava inglese in una scuola media di New Orleans: tre allieve, allora tredicenni, affermano di essersi sentite al centro di attenzioni morbose da parte dell'insegnante che avrebbe poi sfruttato la relazione speciale per sedurle una volta maggiorenni: una sostiene di esser stata violentata.
    Bailey ha respinto le accuse come "categoricamente false e diffamatorie". La marcia indietro della casa editrice segue di pochi giorni la decisione dell'agenzia letteraria che lo rappresentava, The Story Factory, di tagliare i ponti. Autore di "vite" di altri scrittori americani come Richard Yates e John Cheever, Bailey era stato contattato da Roth nel 2012, sei anni prima di morire. Era dal 1996, da quando l'ex moglie Claire Bloom lo aveva fatto a pezzi nel memoir "Leaving a Doll's House", che uno dei più influenti ma anche controversi scrittori del ventesimo secolo pensava a una biografia dopo esser stato per decenni il narratore di se stesso attraverso personaggi come Alexander Portnoy, Nathan Zuckerman e Mickey Sabbath. Il lavoro di Bailey aveva diviso la critica: se una grande interprete della cultura ebraica americana, la 92enne Cynthia Ozik, aveva definito le 800 pagine della biografia "un capolavoro letterario", altri lettori erano stati messi a disagio per il lasciapassare accordato dall'autore al complesso rapporto di Roth con l'altro sesso.
    E' in questo terreno di polemiche che sono riemerse le accuse contro l'uomo che per anni è stato accanto a un gigante della letteratura mondiale non solo come biografo, ma anche come confessore e psicologo: troppo vicino forse, perché troppo in sintonia con la sua visione del mondo e delle donne per l'era del #MeToo?
   

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