DOROTHY PARKER, TANTO VALE VIVERE
(Astoria, pp.320, euro 19. Traduzione di Chiara Libero). Il
black humour sferzante e tagliente, l'analisi lucida delle
storture della società, accanto alla vanità e alle fobie di
personaggi trafitti dal suo stile impietoso. E poi i temi
importanti, dal razzismo strisciante alla proiezione sui figli
delle frustrazioni dei padri, dal conformismo alla vacuità della
fama, dall'infedeltà coniugale ai matrimoni tenuti in piedi
dalle convenienze fino ai diritti delle donne a cui la sua
scrittura libera, spassosa ed emancipata ha sempre guardato.
Sarà in libreria l'8 aprile con Astoria "Tanto vale vivere",
l'antologia che raccoglie 21 racconti di Dorothy Parker, tra cui
"Una bella bionda", considerato il suo capolavoro. Con la
prefazione di Natalia Aspesi, il volume offre l'opportunità di
scoprire il talento della scrittrice statunitense, nata nel 1893
nel New Jersey, nel confezionare storie densissime che nella
brevità trovano il proprio valore aggiunto, tanto sono
folgoranti, ironiche e acute. Profonda conoscitrice dell'animo
americano, ma capace di parlare ad altre epoche e altri
contesti, Dorothy Parker è riuscita a rivolgersi con schiettezza
alle donne per raccontarne la rabbia e la disillusione, mettendo
a nudo ipocrisie, pregiudizi e conformismo del mondo
altoborghese.
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