LICIA PINELLI-PIERO SCARAMUCCI, 'UNA
STORIA QUASI SOLTANTO MIA' (FELTRINELLI, PP. 224, 9.50 EURO)
"Uno Stato che non ha il coraggio di riconoscere la verità è
uno Stato che ha perduto, uno Stato che non esiste". Sono le
parole di Piero Scaramucci (giornalista, storico fondatore e
direttore di Radio Popolare, scomparso nel settembre scorso).
Torna in libreria per Feltrinelli 'Una storia quasi soltanto
mia' (prima edizione 1982 per Mondadori) che Piero scrisse
raccogliendo le confidenze di Licia (oggi 91 anni), vedova
dell'anarchico Giuseppe Pinelli, incolpato della strage di
piazza Fontana e poi morto precipitando dalla finestra della
questura a Milano durante gli interrogatori per la strage. Un
libro-intervista in cui si svelavano le trame dietro la strage e
gli anni bui che ne seguirono.
"Questa è la storia che Licia Pinelli mi raccontò agli inizi
degli anni Ottanta. Era rimasta appartata, quasi silenziosa per
una decina di anni, da quell'inverno del 1969, quando la bomba
fece strage alla Banca dell'Agricoltura di piazza Fontana a
Milano, suo marito Pino, ferroviere anarchico, precipitò da una
finestra della questura e l'Italia scoprì che la democrazia era
sotto attacco. Licia si era tenuta lontana dai riflettori
concentrandosi in una tenace battaglia per ottenere giustizia
sulla Giustizia. Non la ottenne. Dopo dieci anni Licia fece
forza sul suo severo riserbo e si decise a raccontare di sé e di
quel che era successo. Scelse lei stessa di parlare e mi chiese
di intervistarla. Non fu un percorso facile, per Licia fu come
reimparare a parlare e a guardare dentro se stessa dopo anni di
silenzio e autocensura. Oggi, a distanza di tanto tempo, questo
documento appare come un racconto di rara verità, chi vorrà
scrivere la storia di quegli anni durissimi non ne potrà
prescindere."
Il racconto è arricchito da una cronologia degli eventi più
importanti dell'epoca e da un inserto di foto.
Piero Scaramucci è nato a Praga l'8 gennaio 1937 e morto l'11
settembre scorso. Giornalista, inviato speciale alla Rai dove ha
lavorato dal 1961 al 1992 per le testate radiofoniche e
televisive, dal 1992 al 2002 è stato direttore di Radio
Popolare, che aveva contribuito a fondare nel 1976. Ha svolto
un'intensa attività sindacale: è stato consigliere della
Federazione Nazionale della Stampa, cofondatore del Gruppo di
Fiesole ed estensore dello Statuto della Federazione nazionale
della stampa del 1999.
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