Gian (Andrea Renzi), professore di etnomusicologia sessantacinquenne in lotta con un'improvvisa amnesia, è il protagonista di 'Sulla terra leggeri', opera prima di Sara Fgaier, già al Festival di Locarno e ora in sala dal 28 novembre con l'Istituto Luce. Perseguitato da frammenti di passato, il professore riceve dalla figlia Miriam (Sara Serraiocco), che quasi non riconosce più, come una sorta di salvagente mnemonico un diario da lui scritto a vent'anni e delle foto altrettante vecchie.
L'uomo si rende così conto che gran parte della sua vita ruota intorno a Leila (Lisa Lomi/Amira Chebli), la donna franco-tunisina con cui ha scoperto l'amore nello spazio di una notte su una spiaggia italiana legandosi a lei con una promessa di futuro. Chi è questa donna che ha avuto una tale importanza nella sua esistenza? Dov'è adesso? Come è possibile che l'abbia dimenticata? L'indagine risveglia lentamente la sua memoria e lo fa tornare alla scena primaria del film, al presente, quella del lutto della propria moglie. Un vero e proprio viaggio nel passato quello del film - tra ricostruzioni fiction e tante immagini di repertorio - per ripercorrere quarant'anni della vita di Gian, che solo attraverso i suoi tanti Sé passati riscopre l'amore per la moglie, il suo essere padre e vedovo.
Nel cast anche: Emilio Francis Scarpa (Gian negli anni '80), Stefano Rossi Giordani (Gian negli anni '90), Nadia Kibout, Giada di Palma, Najaa Bensaïd, Laurent Marty e Santo-Pablo Krappmann.
"Sin dall'inizio ho immaginato questo film come un collage lirico composto da materiali di diversa origine (riprese dal vero, archivi, immagini documentarie) - dice la regista, montatrice e produttrice italo-tunisina -. La prima ispirazione l'ho avuta filmando il Carnevale dell'entroterra sardo, un culto di origini arcaiche dedicato al Dioniso dell'Oriente, molto vicino alle danze dei mistici musulmani ancora presenti nel Maghreb, che ho filmato successivamente. Si tratta di rituali ancora potenti in cui la dimensione del Visibile e quella dell'Invisibile sembrano riuscire a comunicare. Successivamente, la scoperta del libro di Julian Barnes, Livelli di vita (Einaudi, 2013), che ho letto tutto d'un fiato percorrendo La Manica in treno da Parigi a Londra, mi ha fatto capire che volevo confrontare il tema della Memoria, già presente in tutti i miei precedenti lavori, con questa dimensione dell'Invisibile".
E ancora la regista, già alla scuola di Bobbio e co-regista con Pietro Marcello in 'L'umile Italia' - Gian, smettendo di ricordare, smette di dare vita a Leila, che così muore non una, ma due volte. Solo dialogando con l'Invisibile, Gian riesce a ritrovare se stesso, la sua identità di padre e la donna perduta, che così continua a vivere nel suo ricordo. Sulla Terra leggeri è un film sulla perdita e sul tentativo, a volte disperato, di ritrovare ciò che si è perduto: la memoria, un amore, ma anche un' epoca del passato".
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