Il racconto della migrazione come
esperienza umana di resistenza e di speranza: è il documentario
Heimat, realizzato da Alessandro Ingaria, regista italiano
indipendente e sindaco di Priero (Cuneo) - piccolo comune
piemontese - presentato al 33/o Forum Economico di Karpacz
(Polonia).
Realizzato nell'ambito del progetto europeo Arrival Regions -
che ha coinvolto sei paesi europei - il documentario rappresenta
l'esito di una selezione di 70 interviste a migranti arrivati in
Italia, Germania, Repubblica Ceca, Slovenia, Croazia e Polonia.
Gli intervistati riflettono coralmente sul loro percorso di vita
e sulla ricerca di un nuovo senso di casa, da cui il titolo
tedesco che richiama il luogo in cui un essere umano si sente
più sicuro e protetto, nonché circondato dai propri affetti.
L'interesse del regista per la tematica migratoria nasce sia
dalla sua produzione cinematografica, che dalla singolare
esperienza istituzionale vissuta nel Comune che amministra: dal
2017 l'amministrazione di Priero gestisce direttamente un Centro
di Accoglienza Straordinaria per richiedenti asilo. "Cerco di
raccontare poeticamente quello che succede nella quotidianità -
ha spiegato Ingaria - in particolare sull'argomento della
migrazione, in cui si sprecano le ovvietà e i luoghi comuni."
Tra le tante storie di umanità transitate nel piccolo comune
vale la pena di ricordare quella di Shipon: partito dal
Bangladesh e passato attraverso la rotta mediterranea nel 2017,
grazie all'impegno del Comune e degli enti del territorio che si
sono occupati del suo percorso formativo, è arrivato ad essere
cuoco nel più elegante albergo del capoluogo cuneese. Quando il
presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione del
25 aprile, si è recato in provincia per commemorare le vittime
degli eccidi nazifascisti, Shipon ha cucinato per lui: un
simbolico punto di arrivo di una parabola incredibile di un
viaggio migratorio verso il proprio futuro.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA