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Kingsley, terrificante ed esaltante creare il mio Dalì

Kingsley, terrificante ed esaltante creare il mio Dalì

Esce Daliland di Harron. La clip in esclusiva.

ROMA, 23 maggio 2023, 16:38

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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 Gala "è il mio ossigeno, con il suo sangue ho creato la mia arte". E' una delle frasi con le quali Salvador Dalì, interpretato da uno straordinario Ben Kingsley, delinea il suo rapporto assoluto con la moglie, dittatoriale quanto fragile (l'altrettanto intensa Barbara Sukowa) tra amore, arte, ossessione, violenza emotiva, codipendenza, paure, e bisogno continuo di soldi in Daliland di Mary Harron, presentato al Toronto International Film Festival poi al Torino Film Festival e ora in sala dal 25 maggio, distribuito da Plaion Pictures.

E' un viaggio nel mondo scatenato, folle e spesso opprimente di uno dei primi veri artisti mediatici del' 900, Salvador Dalì, qui raccontato nel suo periodo culmine di successo e di inizio della decadenza, tra anni metà '70 a New York e inizio '80 a Cadaques in Spagna. Nel cast, anche Christopher Briney, Ezra Miller, nei panni del giovane Dalì e l'attrice transgender Andreja Pejic nel ruolo di una delle principali muse per l'artista, Amanda Lear. "Ho potuto creare il mio Dalí, il mio ritratto e questo ha evitato che rimanessi ammaliato e mi bloccassi di fronte alla prospettiva di doverne rendere tutti i manierismi fisici e vocali - ha spiegato Ben Kingsley sul personaggio -. Non sono mai diventato lui, c'è una separazione, una distanza che è elettrizzante e terrificante". La storia parte nel 1974 a New York da un personaggio fittizio, il ventenne appassionato d'arte James (Briney), giovane impiegato nella galleria d'arte dove si sta preparando la nuova mostra di Dalì. Il ragazzo entra in contatto con la realtà folle dell'autore di opere come La disintegrazione della persistenza della memoria. Giornate nelle quali la necessità di creare e la crisi di ispirazione di Dalì si univano a un bailamme di muse, come Amanda Lear, party, droga, avventure sessuali (per le quali Dalì si ritagliava il ruolo di voyeur) e i giovani amanti di Gala, come Jeff Fenholt (Zachary Nachbar-Seckel), allora interprete a Broadway di Jesus Christ Superstar. Un delirio di coppia, quello tra Dalì e Gala, che viene così riassunto nel film dal pittore: "Gala è un segreto dentro un mio segreto. Vidi nel suo cuore la medesima la mia pazzia, trovai la mia metà".
   

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