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Basic Instinct in convento, esce Benedetta di Verhoeven

Basic Instinct in convento, esce Benedetta di Verhoeven

Scandalo a Cannes, designato film critica, è storia vera 1600

ROMA, 27 febbraio 2023, 20:06

Redazione ANSA

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Benedetta - RIPRODUZIONE RISERVATA

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Benedetta - RIPRODUZIONE RISERVATA

Controverso, scandaloso, arriva in sala due anni dopo la premiere a Cannes 2021 BENEDETTA di Paul Verhoeven, con Virginie Efira e Charlotte Rampling. Il film sarà distribuito in Italia da Movies Inspired dal 2 marzo. La base è autentica: Benedetta è liberamente ispirato al saggio "Atti impuri: Vita di una monaca lesbica nell'Italia del Rinascimento", della professoressa Judith C. Brown, che a sua volta documenta il processo a Benedetta Carlini, badessa del monastero di Pescia all'inizio del Seicento, mistica e visionaria, accusata di omosessualità ed eresia. Date le premesse storiche, nelle mani del regista olandese di Basic Instinct si può immaginare il risultato: sul fronte choc mantiene le promesse: la suora lesbica sogna Gesù, ha (o si fa venire?) le stimmate per il potere dell'abbazia di Pescia e fa l'amore con la consorella usando una statuetta della Vergine trasformata in sex toy. La bellezza di Virginie Efira è ostentata nuda nel drammone storico con Charlotte Rampling madre superiora. Per i credenti c'è poco da aggiungere: sarà pure una storia vera ma è anche blasfema. Al netto di questo, però, c'è anche molto altro in un film che sconfina spesso nel grottesco e nell'eccesso, ma è anche stato designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Benedetta Carlini, suora lesbica nell'Italia rinascimentale, dopo essersi ritirata in un convento, inizia una storia d'amore con un'altra consorella, Bartolomea (Daphne Patakia). Le inquietudini della giovane suora esaltate dalla sua forte capacità visionaria mostrano che il suo personale Gesù, quello che sogna quasi ogni notte, non è solo per lei quasi un supereroe pronto a salvarla, ma anche un uomo in carne e ossa con cui è possibile fare l'amore. Così in una scena lo avvicina quando è sulla croce (e gli sfila anche il perizoma) e, a un certo punto, è lo stesso Gesù a prendere l'iniziativa e baciarla. Ed è ancora 'blasfemia' quando la bella statuetta lignea, che la madre le aveva regalato al suo ingresso in convento, grazie anche alle sue misure perfette, viene resa con piccoli ritocchi un giocattolo d'amore che le due amanti si scambiano con grande piacere. Almeno a quanto dicono le fonti storiche in questi dettagli non ci sarebbe alcuna forzatura del regista. "Sono stato attratto da queste note che uno scriba ha scritto nel 1600 e che sono così precise su cosa esattamente queste due suore facessero tra di loro sessualmente - ha detto Verhoeven -. I peccatori allora erano tutti uomini e c'erano così molti dubbi sulla vera esistenza di rapporti sessuali tra donne. E poi questa suora aveva visioni di Gesù. Era una storia che doveva essere raccontata". Ricalcando la figura reale di una passionaria del XVII Secolo, Paul Verhoeven offre una visionaria ricostruzione storica, animata da un furore mistico che confonde spiritualità e sessualità e innesta il sacro nel profano. Richiamando il rapporto tra verità e menzogna, da sempre centrale nel suo cinema, il regista - ha scritto il Sindacato critici - descrive una femminilità sospesa tra liberazione e mortificazione della carne, facendo di questa controversa suora la nuova eroina del suo cinema iconoclasta, nella vibrante presenza di Virginie Efira. Nel cast del film anche Lambert Wilson (il nunzio) Olivier Rabourdin (Alfonso Cecchi), Louise Chevillotte (Christina), Hervé Pierre (Paolo Ricordati) e Clotilde Courau (Midea Carlini).

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