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Natoli e Trabacchi, Quattordici giorni sfida di coppia

Natoli e Trabacchi, Quattordici giorni sfida di coppia

Insieme nella vita e protagonisti film di Cotroneo su Paramount+

ROMA, 01 ottobre 2022, 19:55

di Francesca Pierleoni

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Già dalla fase di scrittura del libro scritto insieme a Monica Rametta, Quattordici giorni - Una storia d'amore (edito da La Nave di Teseo), Ivan Cotroneo aveva in mente di trarne un film (dal medesimo titolo) e i protagonisti perfetti per interpretarlo. Per la vicenda di una coppia quasi scoppiata, che si ritrova a dover vivere insieme 14 giorni di isolamento per un contatto con un positivo, il regista, scrittore e sceneggiatore, si è affidato a due degli attori italiani più brillanti e versatili (nonché coppia nella vita) Carlotta Natoli e Thomas Trabacchi. "Il libro è sostanzialmente fatto di dialoghi quindi nato per la rappresentazione. Monica (anche cosceneggiatrice) ed io li scrivevamo già con Carlotta e Thomas in testa" spiega all'ANSA Cotroneo, parlando di quello che è il primo Paramount+ Original movie italiano (produce Indigo Film) presentato fuori concorso al Torino Film Festival e ora disponibile sulla piattaforma. "Ci è arrivata questa proposta proprio mentre eravamo nel primo lockdown, nel pieno dei dubbi su quando avremmo ripreso a lavorare - sottolinea Carlotta Natoli -. L'abbiamo considerato come un dono dal cielo. Dopo 20 anni per noi di coppia reale abbiamo pensato sarebbe stato importante affrontare una storia come questa anche a livello personale. L'abbiamo presa come sfida con enorme passione". Un viaggio "che ci ha insegnato molto, anche rispetto al modo di litigare. Quello dei personaggi è migliore del nostro - sottolinea sorridendo Trabacchi -. Il mio personaggio è un uomo più centrato di me, e mi ha portato a mettermi in discussione".    
Nel racconto, girato da Cotroneo in sequenza, dividendo il film in 14 capitoli, tanti quanti i giorni di isolamento, incontriamo Marta (Natoli) e Lorenzo (Trabacchi), insieme da circa 15 anni e pronti alla rottura. Lei ha da poco scoperto che lui ha una relazione con un'altra e lui spera di avere la possibilità di ritrovare con la nuova 'fiamma' l'intesa persa da tempo con Marta. Proprio quando Lorenzo ha già preparato i bagagli per andarsene, arriva la notizia dell'obbligo per entrambi di 14 giorni di isolamento fiduciario nel loro appartamento a causa del contatto con un positivo. Una convivenza forzata che fa esplodere il conflitto ma anche affrontare i silenzi e le incomprensioni che li avevano allontanati.    
"Ci siamo accorti che la mole di lavoro era enorme - aggiunge Carlotta Natoli -, perché essendo tutti dialoghi è come una partitura di jazz molto sofisticata. Sono 14 variazioni su un tempo di conflitto che era a termine. Essere in questa dimensione temporale con una fine, mentre vivevamo la pandemia è stata un'esperienza molto forte". Carlotta "temeva che interpretare questa storia avrebbe potuto rimettere anche tra noi in moto dei meccanismi di conflitto che avevamo da poco superato. Per entrambi poi si è rivelata un'occasione assoluta di crescita" commenta Trabacchi.     Per dare tutto di se' ai personaggi "ci siamo innanzitutto affidati allo sguardo di Ivan, un regista in cui abbiamo assoluta fiducia, avendo già lavorato altre volte insieme (Da Tutti pazzi per amore a La Compagnia del cigno, passando per Un bacio o Sirene) - spiega l'attrice -. L'aver girato in piano sequenza ci ha permesso di mantenere nei personaggi una grande verità". Rispetto ad altre storie sul covid in quella di Cotroneo c'è più speranza: "Con Monica non volevamo fare un film sulla pandemia, ma su una coppia che riceve dalla pandemia un'occasione inaspettata, quella di un confronto che altrimenti non ci sarebbe stato. Trattiamo la pandemia come la valanga davanti alla porta. Questo è un film sull'amore, su quello che significa, quando una persona si innamora di un'altra e vuole andare via, rinunciare a 15 anni, nel caso di Marta e Lorenzo, di vita insieme. Questa coppia non si lascia sbattendo la porta ma è costretta a parlare. Questo ci ha rassicurato, perché io da narratore, volevo dare un senso più intimo e personale a questa pausa nelle nostre vite".

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