"La gente deve reimparare ad
andare al cinema, nelle grandi sale, cosa che per un periodo
abbiamo perso. I film si possono vedere anche sui laptop e
computer, ma bisogna imparare a vederli nuovamente in una sala,
perché la caratteristica principale è la gente, il pubblico,
insieme è tutto più divertente, stare insieme amplia i
sentimenti. Il cinema lo immagino all'antico, come uno sciamano
che racconta storie davanti a un fuoco, il cinema è così, una
luce che viene proiettata e gli altri guardano". L'energia di
John Landis è contagiosa mentre racconta aneddoti su The Blues
Brothers, parla della Hollywood alla ricerca continua "del
profitto, del denaro, una industria schizofrenica" e poi facendo
riferimento alla sentenza sull'aborto della Corte Suprema
americana, dice che "l'ex presidente Trump ha scoperchiato il
vaso di Pandora, facendo uscire di tutto e di più".
Il regista di Chicago, con accanto la moglie Deborah
Nadoolman, famosa costumista, sarà per dieci giorni a Bologna,
ospite di Ifa-International Filmmaking Academy - per tenere una
masterclass in regia per 20 registi emergenti - del Mast e del
festival 'Il Cinema Ritrovato' della Cineteca. In piazza
Maggiore il regista salirà sul palco in occasione di una
spettacolare serata finale del festival, domenica 3 luglio, con
la proiezione di The Blues Brothers. Il 5 luglio, invece, una
serata speciale 'fuori festival' Landis tornerà sul palco la
proiezione di 'Una poltrona per due'.
Ad accoglierlo oggi anche il sindaco Matteo Lepore, con il
quale scherza prima di rispondere alle domande dei giornalisti.
"I miei film - dice - per me sono come figli, il mio giudizio
dipende da cosa ho fatto nelle riprese e dal successo che hanno
ottenuto. Dei Blues Brothers - confessa - rigirerei tutte le
scene musicali, Dan e John sono stati eccezionali, ma non erano
dei veri ballerini, credo che Dan si sia rovinato le ginocchia
per tutta la vita".
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