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Aline, il racconto immaginario di Celine Dion

Cannes

Aline, il racconto immaginario di Celine Dion

Fuori concorso a Cannes il film di Valerie Lemercier

CANNES, 14 luglio 2021, 19:47

di Giorgio Gosetti

ANSACheck

Aline Photocall - 74th Cannes Film Festival © ANSA/EPA

Aline Photocall - 74th Cannes Film Festival © ANSA/EPA
Aline Photocall - 74th Cannes Film Festival © ANSA/EPA

CANNES - Chi si aspettava che la tradizione musicale del festival di Cannes, dopo "Rocket Man" dedicato a Elton John, proseguisse con ALINE di Valérie Lemercier dedicato a Celine Dion rischia di rimanere parzialmente deluso. Chi cercasse una biografia d'artista nei toni fiammeggianti di "Bohemian Rhapsody" non la troverà, semplicemente perché al centro di questa storia non c'è un'icona trasgressiva come Freddie Mercury, ma un idolo intangibile come Celine Dion. Meglio accostarsi ad ALINE come a un grande spettacolo, servito da una regia diligente, da una credibile ambientazione e dalla voce stupefacente e mimetica di Victoria Sio, scoperta in teatro durante il musical "Il Re Sole" e immediatamente scelta per la sua capacità di essere fedele ma anche personale nel riprendere i grandi successi della cantante canadese.

Ma il cuore del film è proprio il mondo di Aline, la sua famiglia, il suo amore assoluto per un uomo molto più grande che nasce come suo produttore e talent scout ma diventerà il compagno di una vita e il pigmalione del suo successo. Il film porta il nome della protagonista, la giovanissima Aline Dieu che cresce in una affollata e unitissima famiglia del Quèbec in Canada. La storia la accompagna fin dai primissimi passi nel mondo musicale, alle prime audizioni ed esibizioni. E poi, in coincidenza con la storia d'amore che le cambierà la vita, ecco la trasformazione da crisalide in farfalla, la presa di coscienza del suo corpo, la sicurezza di una voce che diventerà unica e amata in tutto il mondo. Valérie Lemercier, attrice nota in Francia e qui alla sua sesta prova dietro la macchina da presa, si prende molte libertà e ammette senza pudore che il film le è cresciuto in mano proprio quando ha saputo distaccarsi dalla vera Celine Dion fino a cambiarle simbolicamente il nome. "Quando l'ho incontrata poco dopo la morte del marito - racconta - sull'onda dell'emozione ho detto che avrei fatto un film su di lei. Ma quando mi rendevo conto che mi era impossibile violare la dimensione privata di una donna tanto straordinaria mi è venuto in soccorso il caso: un'amica mi ha convinto ad allontanarmi per avvicinarmi meglio e da quel momento mi sono anche convinta a vestire i panni del mio personaggio, dividendomi tra regia e interpretazione." Per il grande pubblico degli amanti della musica di Celine Dion si può garantire che non ci sarà delusione: i motivi più belli e conosciuti ci sono quasi tutti, l'interpretazione è all'altezza, la confezione funziona sul piano romantico e ci si affeziona al personaggio come si conviene in tutte le favole. Forse la passerella di Cannes rischia di generare troppe attese ma dalla sala si esce contenti e forse, alla fin fine, ci vuole anche questo.

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