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Diritti, da Antonio Ligabue a Lubo su identità negata

Diritti, da Antonio Ligabue a Lubo su identità negata

Volevo nascondermi torna in sala, 'bell'incontro con pubblico'

ROMA, 15 maggio 2021, 14:38

(di Francesca Pierleoni)

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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E' stato un percorso di tanti debutti e stop ma anche trionfi, quello di Volevo nascondermi, il film di Giorgio Diritti su Antonio Ligabue, interpretato da Elio Germano. Dal Festival di Berlino a febbraio 2020, dove Germano ha conquistato il premio per il miglior attore, all'emergenza pandemia, con una prima e brevissima uscita a inizio marzo subito bloccata dal lockdown. Poi il debutto in estate (principalmente nelle arene) e finalmente, con 01 Distribution, una nuova uscita (dal 13 maggio) nei cinema sull'onda della vittoria ai David di Donatello di sette statuette, comprese quelle per miglior film, regia, e attore protagonista.
    "La vita che sta avendo questo film è incredibile, rispecchia forse la voglia che aveva Ligabue di farsi sentire e vedere... ci prende gusto a essere sulla cresta dell'onda - dice sorridendo all'ANSA Diritti -. Sono felice ci sia questa nuova uscita, mi auguro che sia la volta buona, più continuativa, e che ci sia un bell'incontro con il pubblico". Come si vive un trionfo come quello ai David? Con piacere e soddisfazione con una buona umiltà pensando al prossimo progetto molta gioia. Ma anche con grande gratitudine verso tutti quelli che hanno reso possibile l'avventura di Volevo Nascondermi, dai produttori, al cast, alla troupe, dai tecnici ai runner (i factotum sul set).
    Al di là del suo valore come racconto, questo è un film che rispecchia persone di grande professionalità". Dopo mesi difficili e dolorosi per tutti "ora penso sia il momento di ritornare progressivamente a un senso di fiducia sul futuro al costruire". Pensa che ci sia voglia di tornare al cinema? "Credo di si, ci sarà all'inizio una giusta prudenza ma man mano il desiderio di tornare a guardare un film sul grande schermo sarà, penso, sempre più forte. Anche per ritrovare un appuntamento importante che faceva parte delle abitudini, della vita di tante persone ".
    Diritti intanto è già al lavoro su un nuovo film che parla di identità negata, Lubo, dal romanzo "Il Seminatore" di Mario Cavatore (Einaudi). La storia parte negli anni '30 in Svizzera e ha per protagonista Lubo, giovane Jenisch (terza maggiore popolazione nomade europea) che mentre è al fronte perde la moglie, uccisa dalla polizia venuta a toglierle i figli, poi 'consegnati' a un'istituzione statale (parte del tentativo del governo di sradicare il nomadismo, considerato una piaga sociale). Lutti ai quali Lubo reagisce programmando un piano di vendetta personale e sociale. E' una storia "che ci racconta ancora una volta le strane dinamiche dell'umanità. Non si capisce perché alcuni si convincano che 'altri' valgano meno e si oppongano al loro diritto di vivere la vita pienamente". Lubo racchiude diversi toni, ma "vuole offrire anche momenti di pensiero e riflessione sulla società. Io credo in film che sappiano dare questo livello. Il cinema che faccio io è come una lasagna, con tanti strati, ognuno prende quello che vuole. Si può seguire solo la storia, ma chi vuole può anche trovare uno sguardo su aspetti più profondi legati alla vita e alla condizione dell'uomo".
   
   

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