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A Sandra Milo premio David alla carriera, 'grata ai registi e ai miei figli'

Cinema

A Sandra Milo premio David alla carriera, 'grata ai registi e ai miei figli'

Durante cerimonia 11 maggio condotta da Carlo Conti

ROMA, 28 aprile 2021, 12:08

Francesco Gallo

ANSACheck

A Sandra Milo premio David alla carriera - RIPRODUZIONE RISERVATA

A Sandra Milo premio David alla carriera - RIPRODUZIONE RISERVATA
A Sandra Milo premio David alla carriera - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Sono grata ai grandi registi coi quali ho lavorato e grata ai miei figli che mi hanno insegnato la pazienza e così ho saputo aspettare anche questo premio".
Così Sandra Milo commenta a caldo, e con autentico entusiasmo, la notizia che riceverà l'11 maggio il David di Donatello alla carriera.
La Milo, 88 anni (pseudonimo di Salvatrice Elena Greco nata a Tunisi l'11 marzo nel 1933), ha molti motivi per essere contenta. Intanto nella sua lunga carriera è il primo David di Donatello a ricevere (contro i due Nastri d'argento degli anni Sessanta, entrambi come attrice non protagonista in '8 e 1/2' e 'Giulietta degli spiriti') e poi questo prestigioso premio fa un po' giustizia di un luogo comune, anche molto generazionale, che per anni ha fatto di questa diva la classica attrice bionda, svanita e formosa, ma niente di più.
E si può dire che solo negli ultimi tempi, anche grazie alla partecipazione a molti programmi tv, la Milo, liberandosi dei soliti cliché, ha mostrato di essere una donna per nulla svampita, ma piena invece di saggezza e coraggio.
Non ultimo quello di aver amato spesso senza condizioni.
E fa bene comunque a dire l'attrice che deve questo David ai "grandi registi" con cui ha lavorato. Se si scorre la sua filmografia 'monstre' (poco meno di 70 film), si va da Roberto Rossellini ad Antonio Pietrangeli, da Sergio Corbucci a Federico Fellini, da Luigi Zampa a Dino Risi, da Luciano Salce a Duccio Tessari, da Pupi Avati a Gabriele Salvatores fino a Gabriele Muccino, solo per citarne alcuni.
Socialista ai tempi di Bettino Craxi che frequentò per due anni, per 17 anni amante di Federico Fellini (una cosa confessata per la prima volta a Porta a porta nel 2009), si può dire che la Milo abbia fatto della sua vita affettiva un vero e proprio film. E questo partendo dalle nozze nel 1948, a quindici anni, con il marchese Cesare Rodighiero (un matrimonio durato 21 giorni), la relazione poi di undici anni con Moris Ergas (da cui nacque Deborah) e, infine, l'unione con Ottavio De Lollis (da cui ha avuto Ciro e Azzurra).
Sempre nel segno di "una svanita piena di saggezza", nel 2007 la Milo, durante una intervista tv, raccontò di aver aiutato la madre in fin di vita a morire.
"Mia madre si stava consumando - disse allora l'attrice tra le lacrime -. Così, mi chiese di aiutarla a morire. Mi ha fatto uscire dalla stanza, ed è morta, sola, come lei voleva. So che c'è molta gente a favore dell'eutanasia e molta contro, ma come si fa a dire 'no' se sai che quella persona non avrà scampo a causa del male che l'ha colpita? La gente deve poter morire con dignità." Tra le leggende che accompagnano quest'attrice quella che vuole che nel 1995 dichiarò a una televisione privata iraniana di avere in casa una collezione di mutandine di circa 60.000 esemplari, una dichiarazione che suscitò la reazione del Governo di Teheran che le negò il visto turistico.
Comunque da parte della Milo, una vitalità inalterata nonostante gli 88 anni. Stamani nel ricevere la notizia del premio non ha mancato di ricordare con infantile entusiasmo il suo prossimo impegno: "Sto per partire per Milano per fare da protagonista in 'Ostriche e caffè americano' di Walter Palemenga. Un video teatrale in cui interpreto una Drag Queen e che dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, che siamo tutti uguali".   

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