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Se Cannes si ferma, Venezia resiste al coronavirus

Barbera, lavoriamo alla selezione. Mercato virtuale? E' possibile

ROMA - "Nonostante alcuni titoli a sensazione, non c'è alcun elemento nuovo rispetto al festival": è il messaggio datato 14 marzo - in risposta indiretta al titolo di Le Point - che sull'account twitter ufficiale del festival di Cannes ribadisce quello che tutti sanno ma che l'organizzazione si ostina a non ufficializzare: lo stop al festival per l'emergenza coronavirus. E anche sul sito oltre all'annuncio della conferenza stampa della selezione il 16 aprile c'è un countdown che scandisce i giorni all'apertura.

Dando per scontato che prima o poi il direttore Thierry Fremaux e il presidente Pierre Lescure si arrendano all'evidenza si rincorrono tante voci nella situazione inedita e dal futuro nebuloso. Ogni settore è travolto dal diffondersi del virus e il cinema moltissimo: ferme le sale, fermi i set, titoli in pending (ossia senza data), come si organizza il futuro? Il festival di Cannes, che muove affari incredibili con il Marché du Film, con l'industria delle star e del 'cineturismo' con tutto l'indotto nella regione, è in pieno tsunami visto che le date 12-23 maggio sembrano a tutte le previsioni, anche quelle più rosee, pienamente ancora dentro la quarantena. Voci di slittamento in avanti provocherebbero un effetto domino sugli altri festival, primo fra tutti Venezia, le cui date quest'anno dal 2 al 12 settembre sembrano mettere al riparo la Mostra.

"Noi lavoriamo alla selezione come un'annata normale, per quanto consapevoli di quello che ci accade. Da qui a settembre immaginiamo non solo per noi festival ma per il cinema e il mondo che il virus sia regredito", dice all'ANSA il direttore Alberto Barbera. La selezione potrebbe essere ben ricca, magari con i titoli pronti per Cannes e costretti allo stop e sembra che molti produttori, per quanto Fremaux li stia tenendo a bagnomaria, si stiano già facendo avanti in questo senso vista l'aria che tira. Potrebbe Cannes cercare altre date estive? Teoricamente si, chiedendo al 'governo' dei festival, la Fiaf, ma un'approvazione di modifica sembrerebbe improbabile proprio per il trascinamento rovinoso su Venezia, Toronto e così via. Cannes 2020 allora è più probabile che come il gioco dell'oca salti un turno e si ripresenti nel 2021. Il Marché du festival (12-21 maggio) per il quale sono aperte da un po' le iscrizioni, potrebbe vivere di vita propria perché i contatti interpersonali già di fatto sono virtuali visto che tutto si svolge anche sulle piattaforme dei professionisti, i vari Cinando e Festival Scope dove già ora si accede per la visione dei distributori, mentre i contratti via mail già sono una realtà. E se questo non accadrà c'è già pronto un piano B di cui parla oggi Deadline, raccontando che l'agenzia CAA di Hollywood guida l'iniziativa di un mercato parallelo online al quale avrebbero aderito già società importanti come FilmNation, Lionsgate , Miramax e Wild Bunch.

"Tutta la filiera - aggiunge Barbera - subirà uno slittamento: i film di Venezia potrebbero comprendere quelli pronti per Cannes, mentre titoli che pure aspettavamo per la selezione potrebbero non arrivare proprio perché i set si sono fermati". Un discorso legato evidentemente anche alla riapertura delle sale, perchépunto finale dei festival e della promozione che attivano è proprio quello di far vedere i film al pubblico: senza star non si fanno i festival, senza sale non si lanciano i film. Il cinema, come tutto il resto del mondo, è pending, in attesa.

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